Natale amaro in casa azzurra, licenziamento collettivo dei dipendenti di Forza Italia

Tocca a Maria Rosaria Rossi comunicare la brutta notizia. E’ lei, infatti, la tesoriera e amministratrice unica del partito. In una lettera inviata a tutti gli eletti e gli iscritti di Forza Italia e pubblicata sul sito si spiega che “con profondo rammarico vi comunico di essere stata costretta a dare avvio alla procedura di licenziamento collettivo dei nostri dipendenti, notificandola al ministero del Lavoro e alle rappresentanze sindacali”.

Forza Italia tra la gente

In mezzo secolo di imprenditoria Silvio Berlusconi non aveva mai licenziato un solo dipendente. Il 14 dicembre del 2014 erano stati tagliati 55 dipendenti su un organico complessivo di 86 lavoratori a tempo indeterminato occupati da Forza Italia nelle sedi di Roma, Arcore e Milano. A distanza di un anno l’azzeramento è totale.

“Questa decisione – si spiega nella lettera – è diretta conseguenza del D. legge 149/2013 convertito in legge del 21 febbraio 2014 n. 13, che ha abolito il finanziamento pubblico ai partiti ed ha, (art. 10), posto un tetto di 100.000 euro per persona al finanziamento da parte dei privati. Tutti sanno che Forza Italia, nata nel 1994, è diventata il primo Partito italiano grazie al suo fondatore e presidente Silvio Berlusconi che, oltre ad esserne la guida, si è fatto carico personalmente della sua sostenibilità economica e finanziaria. La vita politica di Forza Italia naturalmente continua, perché faremo di necessità virtù. Rilanceremo il nostro Movimento che deve diventare flessibile, modulabile e quindi sostenibile. Daremo vita ad un utilizzo innovativo ed efficace di tutti i mezzi di comunicazione e per le funzioni organizzative ci avvarremo dell’aiuto volontario di tutti voi, dell’impegno generoso di tanti militanti e dei gruppi parlamentari”.

“Coinvolgeremo – scrive Maria Rosaria Rossi – anche quei milioni di cittadini che continuano e continueranno a credere nei nostri programmi e nei nostri valori di democrazia e di libertà. È grande, naturalmente, l’afflizione di dover licenziare i nostri leali e qualificati collaboratori. Abbiamo provato di tutto in questi ultimi dodici mesi per evitarlo. Inutilmente, parchè l’apertura della procedura di licenziamento si è posta come atto dovuto. Potrà essere modificata in futuro soltanto e se, con la collaborazione delle organizzazioni sindacali, si dovessero trovare soluzioni alternative oggi non ipotizzabili”.

“Il primo dicembre 2014 è stata avviata una procedura di licenziamento collettivo per riorganizzazione aziendale relativa a tutti gli 86 lavoratori dipendenti in forza di cui 5 in aspettativa”. Nel febbraio 2015 Forza Italia, secondo la relazione del tesoriere, “al termine dell’incontro al ministero del Lavoro ha concordato con i sindacati di revocare la procedura, ma nello stesso tempo ha avanzato l’istanza, con l’avallo dei funzionari ministeriali presenti, di accedere al beneficio, a partire dal 1 marzo, della Cig straordinaria a zero ore per 37 dipendenti e quella a rotazione con orario ridotto al 50% per 44 lavoratori, della durata di un anno prorogabile di ulteriori 12 mesi”.

Il trattamento di fine rapporto da erogare ai dipendenti al momento della cessazione del rapporto di lavoro ammonta a 431 mila 810 euro.

Già operativi, invece, sono i tagli al personale dell’ex PdL. Nel settembre scorso, infatti, si è conclusa con il licenziamento definitivo la procedura collettiva a suo tempo aperta nei confronti di circa 40 dipendenti dell’ex PdL, che ha cessato l’attività politica nel 2013 con la rinascita di Forza Italia e di fatto è un partito in liquidazione. Si trattava di oltre una ventina lavoratori a Roma, circa 15 a Milano e uno a Catanzaro. Ovvero tutti quelli che non sono stati riassorbiti nella rinata Fi.