Potenza, il Festival Città delle Cento Scale che presenta I Giganti della montagna

Grande evento per il Festival Città delle Cento Scale che presenta “I Giganti della montagna” di luigi Pirandello nell’allestimento di Fortebraccio Teatro, con adattamento e regia Roberto Latini, che ne è anche protagonista. Oggi alle 20.30 al teatro Stabile di Potenza. Lo spettacolo sta avendo un grande successo di pubblico e di critica, ha ricevuto più di una candidatura al premio UBU (l’Oscar italiano del teatro e delle arti performative) per il 2015. Lo Stesso Roberto Latini n’è stato finalista come migliore attore e Gianluca Misiti ha vinto il premio per le musiche e i suoni dello spettacolo. Roberto Latini s’impegna in un lavoro struggente di analisi e immedesimazione profonda nelle menti e nei luoghi della solitudine, delle paure e delle diffidenze che vanamente i personaggi cercano di fuggire. Un tributo immaginifico all’ultima grande opera postuma di Luigi Pirandello rimasta incompleta per la morte dell’autore. Dopo il religioso Lazzaro e il sociale La nuova colonia, I giganti della montagna racconta del terzo dei miti moderni di Pirandello, l’arte. È la vicenda di una compagnia di attori che giunge nelle sue peregrinazioni in un tempo e in un luogo indeterminato al limite tra la favola e la realtà, alla villa detta La Scalogna abitata da esseri strani, come il grottesco mago e indovino Crotone che decide di accompagnare questi morti di fame dai giganti detentori del potere e della ricchezza. Spettacolo vorticoso dove Latini, solo in scena, quasi si annulla per diventare parte della scenografia, al pari del lampadario che sovrasta il palco o delle spighe di grano che marchiano di bellezza lo spazio. I giganti della montagna diventa visione, sogno, incubo. Si percepisce come il suo creatore sia animato da un folle amore per le parole del testo. Vivisezionate e analizzate. La trama non esiste quasi, l’attore la sovverte e tende a scavalcare i significati a favore dei suoni che acquistano un senso e un sentire profondo grazie anche alla maestria di Gianluca Misiti. Se il tempo a teatro scompare, qui si dilata e perde le sue coordinate spaziali diventando materia viva nelle parole implorate sulla scena. “Lo fa, ereticamente, sulle orme di Leo de Berardinis, accreditandosi come vero erede del grande uomo di scena, perché ne recupera lo spirito, la luce l’ombra l’ascesi che cerca l’uomo attraverso il teatro, andando per maestria a rompere l’involucro della finzione”. (Roberto Marini) Roberto Latini fonda a Bologna nel 1999, assieme a Gianluca Misiti e Max Mugnai, la compagnia Fortebraccio Teatro con la quale avvia una personalissima “investigazione” con al centro l’arte e la responsabilità dell’attore. Riconosciuta dal ministero per i Beni e le attività culturali, è presente ai maggiori festival di teatro di ricerca e contemporaneo. Gli ultimi spettacoli prodotti fanno parte del più ampio progetto Radiovisioni che, a differenza del precedente Dell’anima e delle forme orientato sulla possibilità di riscrittura drammaturgica di alcuni testi, ha portato la compagnia a confrontarsi non con un contenuto ma piuttosto con una modalità, cercando di rileggere i confini scritti tra parola, musica e suono. Dal mito di Edipo nello spettacolo Buio-re da Edipo a Edipo in Radiovisione nel 2003 passando per l’approccio meta teatrale dell’Amleto Per Ecuba, fino alle sperimentazioni di computer grafica dell’Ubu incatenato. L’uso dell’amplificazione è stato negli ultimi anni il tratto distintivo della compagnia. Una ricerca che ha permesso sperimentazioni sul terzo canale di RadioRai con riletture di classici o contemporanei. Tra le ultime produzioni Metamorfosi del 2015 e I giganti della montagna dello scorso anno.