Matera, coniugare turismo e agroalimentare

“L’indicazione significativa del 49° Rapporto Censis sull’incremento dell’export agroalimentare Made in Italy va letta insieme al dato delle circa 30 mila presenze a Matera per il Presepe Vivente, perché proprio l’agroalimentare con la sua forte spinta di internazionalizzazione, i suoi legami con il turismo, la cultura e le bellezze storico-monumentali, paesaggistiche, rappresenta la piattaforma di rilancio del sistema Paese e nello specifico del sistema economico materano e lucano”. E’ il commento del presidente regionale vicario della Basilicata della Cia Nicola Serio per il quale “in una fase in cui, nonostante alcuni timidi segnali di ripresa, è ancora l’incertezza a caratterizzare il contesto nazionale, l’agroalimentare rappresenta uno degli asset più strategici. La crescita continua delle esportazioni di cibi e bevande e il nuovo ruolo dell’agricoltura, quale fattore di coesione sociale, viste le implicazioni culturali, turistiche e ambientali che vi risiedono, sono elementi sui quali è necessario continuare a investire”. Serio sottolinea che “nel riconoscimento a Matera c’è tutto l’orgoglio del mondo contadino lucano che ha saputo conservare le proprie case nei Sassi e, da sempre, è legato al patrimonio artistico-monumentale patrimonio dell’Unesco, sino a superare il retorico e vecchio clichè di mondo contadino simbolo di arretratezza. Adesso la valorizzazione turistica – continua – deve procedere di pari passo a quella delle tipicità agroalimentari, con la realizzazione sul territorio e non solo a Matera di Musei del cibo e della tradizione contadina, una ristorazione che si richiami alle ricette e prodotti locali, l’ospitalità turistica alberghiera che valorizzi le tradizioni alimentari. Per questo, per la Cia lucana l’impegno successivo a Capitale Europea della Cultura 2019 è quello di Capitale della Dieta Mediterranea. Intanto, in queste festività natalizie – afferma il presidente della Cia – non possiamo accontentarci di qualche esposizione dei nostri prodotti alimentari in mercati natalizi come in negozi del centro di Matera affollato di turisti. Se vogliamo che il turista insieme alle foto della sua visita porti a casa come souvenir i prodotti tipici dell’agroalimentare materano e lucano dobbiamo fare di più. Mi piace ricordare in proposito la campagna promossa dai nostri giovani aderenti all’AGIA-Cia con l’iniziativa “CulturaColtura” e il selfie scattato a Matera. Si tratta di un modo per i giovani imprenditori agricoli di evidenziare che qui si fa “agri-cultura” invitando i turisti a scattare un proprio selfie con in mano un prodotto alimentare e a postarlo su facebook. Della “Carta di Matera” che la Cia lanciò nel 2010 in occasione della Festa Nazionale dell’Agricoltura si discute ancora. Al centro abbiamo posto la distintività della produzione agroalimentare italiana che ha pochi eguali nel mondo. La Dieta Mediterranea è stata dichiarata patrimonio dell’Unesco, proprio come i Sassi. Sono note le qualità, le tipicità ed i valori con i quali i prodotti agroalimentari italiani si presentano ai consumatori, al punto che il mercato dei prodotti simili e delle contraffazioni del “made in italy” agroalimentare è divenuto un affare di oltre 60 miliardi di euro l’anno. Occorre salvaguardare e conservare questa tradizione, organizzarla con adeguate forme di tutela e farne strumento di sviluppo economico per imprese e comunità locali. In particolare – conclude Serio – è importante il legame fra territorio, consuetudini alimentari e tradizioni enogastronomiche: tutto ciò offre non solo crescita economica ed occupazionale ma soprattutto identità e sviluppo alle comunità locali”.