Imprese green per salvare il Pianeta

“La vocazione alla sostenibilità ambientale rappresenta un asset primario del ‘valore artigiano’ con una intensità di emissione che con la composizione settoriale dell’artigianato è del 29,7% rispetto alla media del totale delle imprese del Manifatturiero e si conferma con anche nella domanda di lavoro orientata alle professioni green che sono il 17,5% delle assunzioni totali, quota quasi doppia rispetto al 9,9% del totale delle imprese”. E’ quanto sottolinea Rosa Gentile vice presidente nazionale Confartigianato con delega al Mezzogiorno evidenziando che al Sud le imprese, nella stragrande maggioranza piccole e medie, che hanno effettuato eco-investimenti in prodotti e tecnologie green nel periodo 2008-2014 sono circa 70mila (24mila in Campania, 21mila n Puglia, 9mila n Abruzzo, 8mila in Calabria, 3mila in Basilicata e 2mila in Molise) “a conferma dell’accresciuta consapevolezza e responsabilità su questi temi”. Siamo dunque in prima linea per salvare il Pianeta da ogni forma di inquinamento in sintonia con la 21° Conferenza di Parigi sul clima che prevede il negoziato per l’accordo sulle politiche di lotta ai cambiamenti climatici. In particolare – aggiunge – approfondendo l’analisi settoriale si osserva che in Italia i settori di micro e piccola impresa e le imprese artigiane mostrano una più contenuta intensità di emissioni e un minore impatto sul riscaldamento globale. Prendendo a riferimento i dati dei conti nazionali dell’Istat relativi alle emissioni atmosferiche di gas serra si osserva che nei settori manifatturieri di Micro e Piccole Imprese (MPI) – comparti in cui l’incidenza degli addetti nelle imprese fino a 50 addetti supera il 60% – si registra un’intensità di emissione di 1.374 tonnellate di CO2 equivalenti ogni 1.000 unità di lavoro (Ula), inferiore del 26,3% rispetto alla media del Manifatturiero pari a 1.864 tonnellate di CO2 equivalenti ogni 1.000 Ula, a fronte di una media degli altri settori del Manifatturiero dove l’intensità di emissione è pari a 2.387 CO2equivalenti ogni 1.000 Ula. Nello specifico per le imprese artigiane di tutti i settori del Manifatturiero l’intensità di emissione scende a 1.310 tonnellate di CO2 equivalenti ogni 1.000 unità lavoro, inferiore del 29,7% rispetto alla media del totale delle imprese del Manifatturiero. La vocazione alla sostenibilità ambientale come asset primario del ‘valore artigiano’ si conferma – continua Gentile – anche nella domanda di lavoro orientata alle professioni green. Nel 2015 nell’artigianato sono previste 16.100 assunzioni di green job – il 17,5% delle assunzioni totali, quota quasi doppia rispetto al 9,9% del totale delle imprese – e le professioni maggiormente richieste sono elettricisti energy saving (21,7% delle assunzioni green nell’artigianato), meccanici e montatori di macchinari a basso impatto ambientale (7,5%), installatori di infissi energy saving e tecnici gestione cantieri edili green building (entrambe con il 3,7%). Al Sud c’è una nuova classe imprenditoriale che combatte l’inquinamento delle acque, lavora per garantirci aria più pulita, regala una seconda vita ai nostri rifiuti, investe denaro e creatività in processi produttivi all’avanguardia e rispettosi dell’ambiente. Hanno talento ed energia contagiosi: stiamo parlando dei professionisti che hanno fatto dell’eco-sostenibilità la propria missione. Si va dall’Eco-Parrucchiere – che adotta accorgimenti per ridurre il consumo di energia e acqua nei saloni – all’Eco-Chef, chiamato a privilegiare nelle cucine dei ristoranti i prodotti naturali e biologici, alle stiliste “green”, esperti di impianti eolici e fotovoltaici, difensori dei nostri polmoni verdi, maestri del riciclo: sono piccoli artigiani in campo a sfidare la crisi. E non sprechiamo l’opportunità della Conferenza di Parigi – conclude Gentile – di un accordo universale per regolare le emissioni di gas ad effetto serra che la letteratura scientifica individua come una delle maggiori cause dell’aumento della temperatura del pianeta”.