Torino, GiovedìScienza festeggia 30 anni d’attività

*La teoria della relatività di Einstein ne fa 100, GiovedìScienza ne fa invece 30! Parte oggi, infatti, la nuova carrellata di appuntamenti per la stagione 2015-16 di quello che è considerato dagli addetti ai lavori di tutta Italia uno dei migliori esperimenti riusciti di divulgazione popolare del discorso scientifico. Si tratta della 30esima edizione di GiovedìScienza che debuttò nel 1987 e che, attraverso conferenze, dimostrazioni, esperimenti di laboratorio, spettacoli teatrali e filmati di spiccato impatto emotivo, si propose da subito come grande laboratorio scientifico aperto (gratuitamente) a chiunque, con l’obiettivo di portare il sapore della ricerca anche al pubblico di massa. Durante la conferenza stampa del 24 novembre, svoltasi presso l’aula magna del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università degli Studi di Torino, la presidente Fiorella Artruda, direttrice del Centro di Biotecnologie Molecolari di Torino, ha proprio ribadito quella che è la motivazione alla base dell’organizzazione del ciclo di incontri e cioè “creare un ponte fra il mondo scientifico e il pubblico, instillare una curiosità verso la scienza, far capire che gli scienziati non sono chiusi nei loro laboratori, ma desiderano comunicare le storie e i risultati delle scienza anche all’esterno”. Del resto, non si può negare come i GiovedìScienza, anno per anno, siano riusciti ad imporsi per autorevolezza anche a livello nazionale grazie al coinvolgimento sempre più nutrito di scienziati e personaggi di fama mondiale. Il ciclo di incontri parte, quindi, oggi con una conferenza su “Il futuro degli oceani” in cui Roberto Danovaro, dell’Università Politecnica delle Marche, descriverà il ruolo determinante degli oceani per contrastare l’aumento delle concentrazioni di anidride carbonica nell’atmosfera e gli effetti sinergici di cambiamenti globali, formulando ipotesi sulla biodiversità del futuro. La sede è quella storica del Teatro Colosseo, in via Madama Cristina, ma quest’anno GiovedìScienza andrà anche in trasferta grazie all’ospitalità offerta da Università degli Studi e Politecnico di Torino. “Quanta vita in più dai trapianti di fegato” è, invece, il titolo del secondo incontro, con il professor Mauro Salizzoni, direttore del Centro Trapianti delle Molinette (il 3 dicembre). La settimana successiva Leonardo Castellani, dell’Università del Piemonte Orientale, analizzerà “La teoria di Einstein tra applicazioni quotidiane e problemi aperti”. A un secolo dalla scoperta della relatività. Il 14 gennaio, il noto matematico e scrittore Piergiorgio Odifreddi – componente del comitato scientifico di GiovedìScienza – terrà una conferenza spettacolo “Sulla natura delle cose: da Lucrezio al Cern”; mentre il giovedì successivo il ricercatore Alberto Massarotti spiegherà come “Progettare farmaci al computer”. Giovedì 28 tocca al presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Roberto Battiston, che guiderà il pubblico “A caccia di antimateria”. Il 4 febbraio Alain Berthoz, del Collège de France, svelerà “I segreti della Semplessità”: come il cervello risolve i problemi, decifrando la complessità, per trasformarla in semplici e veloci decisioni. A seguire “Quando le macchine aiuteranno i fisioterapisti” con Paolo Ariano (l’11 febbraio) e “Matematica: essere curiosi e senza paura” con Giovanni Filocamo (il 18 febbraio). Alberto Mantovani e Amalia Ercoli Finzi parleranno poi rispettivamente di “Immunità, vaccini e microbioma” (il 25 febbraio) e di “Com’è nato il Sistema solare” (il 10 marzo). Sarà Piero Angela, il 17 marzo, a concludere il ciclo dì appuntamenti con un “Viaggio nella mente dove si nascondono il genio, l’amore e la libertà”. Uno dei partner d’eccezione di GiovedìScienza quest’anno arriva anche da Milano. L’Università Popolare degli Studi di Milano – che ha recentemente presentato a Expo il corso di “Interior Design Ecosostenibile” – sostiene, infatti, il “Premio Ricercatori” (5ª edizione) promosso da GiovedìScienza: un riconoscimento per la divulgazione scientifica rivolto ai ricercatori under 35 che abbiano ottenuto risultati rilevanti operando in una istituzione di ricerca piemontese. * La nota è a cura di Gaetano Farina