Unibas, l’Ateneo produce ricerca e rispetta le norme

“Mi dispiace che si ripeta la convinzione secondo cui la Regione, attraverso il sostegno all’Unibas, paga gli stipendi ai dipendenti e ai professori dell’Università, e che questi non producano adeguatamente, e che quindi l’ateneo non raggiunga gli obiettivi previsti: innanzitutto, l’istituzione universitaria risponde per la propria attività al Miur e si sottopone regolarmente a tutti i controlli e valutazioni previsti per legge!”. Lo ha detto la Rettrice dell’Università della Basilicata, Aurelia Sole, in riferimento ad alcune dichiarazione del consigliere regionale Gianni Rosa (Fdi). Sull’imputazione dei trasferimenti regionali agli stipendi si ricorda che non si tratta di una scelta discrezionale, bensì imposta dalla legge, e dall’accordo trilaterale Miur-Unibas-Regione Basilicata sottoscritto nell’agosto del 2011, che equipara i trasferimenti della Regione al Fondo di Finanziamento ordinario, ed è quindi necessario che vengano formalmente utilizzati per il finanziamento delle spese fisse di Ateneo (e quindi anche degli stipendi), in modo da ridurre “l’indicatore sulle spese fisse di personale” e migliorare le performance dell’Ateneo. Inoltre “alle accuse di spendere soldi per assumere rispondiamo che l’organico dell’Ateneo si è ridotto nel corso degli anni sia per il personale docente (327 il massimo, tra docenti e ricercatori nel 2011, 307 nel 2014), che per il personale tecnico amministrativo (304 il massimo nel 1994, 287 nel 2014). Il nostro è un Ateneo virtuoso, ed è stato premiato nell’ultimo anno con un ritorno del 120% circa del turnover. Certo, solo tramite docenti e personale tecnico-amministrativo possono essere realizzate le finalità strategiche dell’Ateneo (nelle università è assolutamente preponderante l’apporto del capitale umano)”. “Quindi – ha sottolineato Sole – sul finanziamento regionale: vorrei ricordare al consigliere Rosa che i trasferimenti del fondo di finanziamento ordinario si sono ridotti negli anni e la Regione non riesce a dare correntezza dei trasferimenti relativi all’accordo, in un drammatico equilibrio di cassa che certamente non consente all’Ateneo sprechi o cattivo uso delle risorse, e che anzi ha generato un virtuoso processo di spending review”. Sul versante della ricerca, la Rettrice dell’Unibas ha poi ricordato che “l’attività dei docenti, che pubblicano ogni anno oltre mille lavori scientifici, è testimoniata anche dalle molteplici collaborazioni internazionali e dalla partecipazione a molti progetti di ricerca finanziati con fondi nazionali e internazionali. I risultati della valutazione della ricerca collocano l’Università della Basilicata nella media nazionale, sostenendo un confronto difficile tra i ‘grandi poli culturali italiani’ e un Ateneo come il nostro che opera in un territorio fragile, a bassa demografia e con grandi problemi infrastrutturali e di sviluppo competitivo”. Sempre nella valutazione dell’Anvur (Agenzia Nazionale di Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca) per l’indicatore di terza missione “siamo tra i primi atenei con un valore pari a tre volte quello del risultato atteso per la dimensione del nostro Ateneo”. L’Unibas vanta 158 laboratori di ricerca/didattica, una decina di campi di Scavi Archeologici, ed è titolare di decine di progetti europei, tra cui “ricordiamo a titolo semplificativo ma non esaustivo” il “Jean Monnet Chair in European Innovation Policy”, il Progetto “Tempus IV- Baektel” “Blending academic and entrepreneurial knowledge in technology enhanced learning”, l’Ip (Intensive Programme) “La città scavata, paesaggio di patrimoni tra tradizione e innovazione”, “Edamus Sustanable Management of Food Quality”, “Eu-Nice – Eurasian University Network for international Cooperation in Earthquakes”, Elarch “Euro-latin America partnership in natural risk mitigation and protection of the Cultural Heritage”. Nell’Ateneo sono stati istituiti otto dottorati di ricerca, tutti accreditati dall’Anvur, di cui uno in collaborazione con Asi Centro di Geodesia di Matera, e due in consorzio con altri atenei, e uno internazionale, per un totale di 48 posizioni di cui 39 con borsa. Per quanto riguarda invece il processo d’internazionalizzazione, negli ultimi cinque anni centinaia di studenti hanno partecipato al programma Llp Erasmus, all’estero, in Università e Centri di ricerca prestigiosi, per svolgere periodi di studio, tesi e tirocini formativi. Per questo l’Unibas ha ottenuto nel 2013 l’Erasmus charter for higher education (Eche), e per il 2014-2020. L’Ateneo attualmente ha stipulato oltre 135 accordi Llp-Erasmus, e “la mobilità dei nostri studenti e docenti satura ogni anno le borse bandite”. I dottorandi sono sottoposti per il 50% a mobilità europea e per il 50% a quella extra europea: “Abbiamo inoltre più di 70 accordi quadro e specifici di cooperazione scientifica e didattica con università e centri di eccellenza di ricerca europei ed extra Ue con università e centri di ricerca prestigiosi. Unibas bandisce ogni anno circa 70 assegni di ricerca annuali su fondi di ricerca”. Bisogna infine ricordare che l’offerta formativa dell’Università della Basilicata si è ampliata quest’anno: eroghiamo 14 Corsi di Laurea Triennali, 18 Corsi di Laurea magistrali, di cui tre internazionali, 3 Corsi di Laurea a Ciclo unico. La Scuola di specializzazione in Archeologia, (di fama internazionale). Eroghiamo i corsi di Tfa, Tfa sostegno, Pass ed altri, e quest’anno otto corsi di Master di cui uno Internazionale, in collaborazione con aziende, enti pubblici e con il mondo delle professioni. Ogni anno sono attivate summer school internazionali nei vari campi della ricerca. Guardando poi le classifiche “ci teniamo a ribadire che dalla Censis, Unibas è terza in Italia (su dodici) tra i piccoli atenei (quelli cioè con meno di diecimila iscritti). Un risultato importante, considerando la giovane età dell’Università della Basilicata, in relazione, anche in questo caso, con i dati di Almalaurea, che la vedono in linea con le medie generali nazionali”. Il dato sugli iscritti da fuori regione porta l’Unibas al 32/o posto nella classifica del “Sole 24 Ore”, con un risultato dall’enorme significato positivo. In valore nominale, la percentuale degli studenti non lucani (19,3%) è in aumento rispetto all’anno precedente e superiore a quelle di Roma Tor Vergata, Padova, della Bicocca di Milano o della Federico II: si scopre, quindi, che un piccolo Ateneo circondato da grandi strutture del Mezzogiorno “supera”, in questo caso specifico, il Politecnico di Bari, l’Orientale, Tor Vergata, Genova, Padova e Milano. Anche sui dati per le iscrizioni, lo scorso anno l’Ateneo lucano ha dimostrato una “tenuta” stabile in tutti i corsi di laurea, con +4,2% rispetto al precedente anno accademico. Quest’anno alla data attuale, nella quale ancora non si sono chiuse le iscrizioni, rispetto ai dati dello scorso anno abbiamo un +1%, che porta l’Unibas tra le poche Università, in Italia, a non avere calo di iscrizioni.