Genova Città Sana e Amica degli Anziani

Genova è parte della Rete nazionale delle Città Sane e della Rete Internazionale delle Città Amiche degli Anziani, promosse entrambe dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, con l’obiettivo di aiutare le  città a sostenere la concezione e la consapevolezza della salute pubblica e sviluppare le politiche locali per prevenire e superare minacce e rischi per la salute. Il Tavolo ha, quindi, la nuova denominazione Tavolo Città Sana e Amica degli Anziani del Comune di Genova. “Essere una città sana è leggere la realtà in maniera articolata – ha detto il sindaco Marco Doria in apertura dei lavori – è una categoria da riempire di tanti contenuti. Non si tratta solo di salute in senso letterale, ma di stili di vita: sono di qualità se c’è qualità nello spazio urbano”. E basta dare una scorsa ai progetti per capire che non ci si riferisce al solo diritto alla salute “espresso benissimo dall’art. 32 della Costituzione – ha sottolineato nel suo intervento l’assessore alla Legalità del Comune di Genova Elena Fiorini – ma a un diritto alla salute che diventa una somma di diritti: diritto all’inclusione sociale, ad avere uno spazio vivibile, a sentirsi sicuri, a crescere sani”. Orto in condotta, Bampè… e oltre,  Meglio a casa, Percorsi di accoglienza ed integrazione a favore dei migranti ospitati a Genova e attività di volontariato a favore della comunità, Nuovo regolamento sugli orti urbani, solo per citarne alcuni. Dietro a questi titoli c’è un grande lavoro di squadra, infatti nella loro realizzazione sono coinvolti, in modo trasversale, tutti gli assessorati del Comune di Genova “operativamente – ha spiegato l’assessore comunale alla Legalità Elena Fiorini – per riportare al centro la persona e non le procedure, abbiamo dovuto riconnettere i vari livelli istituzionali e lavorare insieme. Le amministrazioni tendono a scomporre i problemi, invece occorre semplificare i processi amministrativi e cercare di riconnettere le persone in un percorso collettivo, non solo formale”. “Semplificare non vuol dire banalizzare o catalogare i comportamenti – ha continuato Fiorini – temi come quelli della movida nei vicoli o il mercato di via Turati vanno analizzati guardandoli nella loro completezza: il diritto dei ragazzi a incontrarsi e divertirsi deve incontrarsi, e non scontrarsi, con il diritto dei residenti e dei commercianti del centro storico. Liberare lo spazio pubblico intorno Palazzo San Giorgio era doveroso, ma lo era anche creare dei circuiti di reinserimento per queste persone che, spesso, hanno un regolare permesso di soggiorno e si sono ritrovate senza un lavoro a causa della crisi economica”. “Riguardo ai migranti e alla loro accoglienza in città – ha precisato il Sindaco – ritengo che ci possa essere uno scambio positivo all’interno di una politica dell’accoglienza. Condivido la scelta valoriale e politica del Governo, ma ho da subito ritenuto importante immaginare un percorso di inserimento nella città da parte dei richiedenti asilo. Penso, e loro hanno confermato, sia poco dignitoso che queste persone passino la giornata senza fare niente. Con la Prefettura abbiamo pensato a interventi specifici, di restituzione alla città. Così hanno partecipato al progetto della direzione Area Servizi e, il primo incarico, è stato il lavoro nel parco dell’Acquasola: un percorso di restituzione di spazi verdi alla città”. A conclusione del convegno, l’assessore comunale alle Politiche Sociali Emanuela Fracassi ha ricordato il meeting di luglio su Vuoti urbani? Rigenerazione delle aree pubbliche come opportunità di salute, dove al centro della riflessione c’era il riappropriarsi di grandi spazi cittadini – ex caserme, ex ospedali, grandi spazi verdi – per progetti di cittadinanza attiva. “Da questo appuntamento – ha spiegato Fracassi – è scaturita la Carta di Genova e secondo questo  documento riqualificare edifici pubblici dismessi, aree verdi inutilizzate e altri vuoti urbani significa ridare interesse alla città pubblica con lo sguardo indirizzato a garantire più salute. E da tutte le esperienze è emerso il ruolo fondamentale della partecipazione dei cittadini, il raccordo tra il volontariato e le istituzioni è imprescindibile”.