A Firenze un patrimonio di quasi 80 mila alberi

A Firenze ci sono quasi 80 mila alberi. Ed entro il marzo 2016 ne verranno ripiantati 2 mila. Sono alcuni dei dati presentati dall’assessore all’ambiente Alessia Bettini che, a Palazzo Vecchio, è intervenuta al convegno su cambiamenti climatici e impatto sulle città.

All’iniziativa, organizzata dall’assessorato, hanno partecipato il presidente del’Accademia dei Georgofili Giampiero Maracchi (intervenuto su ‘Le ragioni globali del cambiamento’), i docenti dell’università di Firenze Enio Paris (che ha parlato de ‘La zonizzazione del rischio idraulico come strumento di adattamento e protezione’), Giuseppe Grazzini (‘I piani energetici comunali ed il loro valore come strumenti di lotta alla produzione di gas clima alteranti’) e Nicola Casagli (‘I piani di difesa dal dissesto idrogeologico ed i piani di protezione civile’), oltre a Berrado Gozzini della Lamma e Luigi Bartolozzi, comandante provinciale del Corpo forestale dello Stato. È stato anche proiettato un contributo video di Francesco Ferrini, anche lui docente dell’ateneo fiorentino, su ‘Il ruolo del verde urbano come strumento di mitigazione e le strategie di adattamento ai fenomeni estremi’.

“Sostituiremo, anzitutto, i 2400 alberi perduti dal settembre 2014 ad oggi tra ‘bombe d’acqua, tempeste di vento e la tromba d’aria del 1 agosto scorso – ha aggiunto l’assessore Bettini – ma faremo anche di più e pianteremo ogni anno almeno 2 mila alberi. Il patrimonio arboreo sta invecchiando e dobbiamo fare una politica non solo di risposta all’emergenza ma anche di pianificazione e programmazione. Per questo, ad esempio abbiamo firmato un protocollo scientifico con l’università di Firenze”.

Grazie a questa intesa è stato affidato proprio al professor Ferrini, (che è anche presidente della società internazionale di arboricoltura e uno dei massimi esperti nel campo), il compito di fare una mappatura degli 80 mila alberi cittadini, attraverso uno studio che affiancherà alle VTA un nuovo metodo di controllo, la TRA (Tree Risk Assessment). Il primo metodo valuta la pericolosità attraverso un esame oggettivo sullo stato di salute dell’albero, il secondo sviluppa l’esame visuale elaborando una diagnosi che tenga conto anche della collocazione della pianta e del suo eventuale impatto o pericolosità nel territorio circostante.

“Una cosa – ha sottolineato l’assessore Bettini – è avere un pino che sta in un bosco, un’altra è averlo vicino a una scuola o a un semaforo con le radici ricoperte di asfalto. Questa mappatura serve anche per capire dove sostituire gli alberi nei prossimi anni e quali specie più adatte a resistere ai cambiamenti climatici”.

“Nel bilancio 2016 – ha concluso – abbiamo messo mezzo milione di euro per la sostituzione delle alberature. Un altro mezzo milione servirà invece per gli interventi straordinari”.