Lunetta Savino in Grand Guignol all’italiana al Teatro Eliseo

Divertentissima satira di costume: politicamente scorretta, puntuale con la contemporaneità, divertente come una farsa. In pieno stile Grand Guignol. All’italiana. Sono le parole di Alessandro D’Alatri, Direttore del Teatro Stabile d’Abruzzo, e regista di Grand Guignol all’Italiana spettacolo che debutta a Roma il 17 novembre Protagonisti Lunetta Savino, Umberto Bortolani, Carmen Giardina, Sebastian Gimelli Morosini e Andrea Lupo che si misurano con eroi attualissimi che l’autore, Vittorio Franceschi, traveste da colf depressa, salumiere di successo, guida turistica ignorante con moglie fedifraga, postino sensibilmente gay. Non è facile parlare di questo spettacolo, dice Lunetta Savino. Porto in scena Esterina, una imprevedibile colf, un personaggio che appartiene al mio mondo poetico di attrice e che esprime il mondo tragicomico dell’ingenuità. Conosco Vittorio Franceschi da tanto tempo, come autore, mi piace il suo modo leggero di utilizzare personaggi borderline e mi piacciono i colori che stiamo usando per raccontare una commedia satirica, i colori della composizione scenica che è meravigliosa e i colori caratteriali. Saremo scorretti, cattivi, ma molto divertenti!   Aggiunge il regista: Tra i miei passatempi preferiti c’è quello di rovistare nei cassetti di Vittorio Franceschi. Riesce ogni volta a sorprendermi per la quantità e la qualità di progetti che saltano fuori come salmoni a primavera. La sorpresa più grande è che molti di loro sono inediti o lo sono soltanto per l’Italia. E’ così che qualche tempo fa mi saltò tra le mani “Grand Guignol all’italiana”. Un gioiello che attendeva pazientemente da quindici anni di venire compreso e amato. Chi conosce la drammaturgia di Franceschi sa bene quanto l’ironia sia un elemento costante del suo sguardo sulla vita. In questo caso direi che si è divertito a trasformarla in graffiante satira che fa aleggiare nei due atti come un refolo entrato da uno spiffero e che lentamente si trasforma in un tempestoso vortice. I cinque personaggi, con i loro comportamenti, i linguaggi e il mondo che rappresentano ci accompagnano nel grande vuoto di questi tempi riempiendolo di surreale comicità. E’ uno spettacolo surreale ma veritiero. Caratteristica del teatro che più amo. Per questo motivo ho fortemente voluto che ogni elemento dello spettacolo, dalle scene ai costumi, alle luci, rispondesse a queste peculiarità. Quindi grande divertimento, ma al tempo stesso, proprio come in un Grand Guignol, una feroce condanna dell’egoismo e del perbenismo. Grossolanità, cinismo, squartamenti e lacrime da cronaca nera, eros e bordello a infarcire un drammone popolare senza lieto fine. Nella Francia di fine ‘800, il Grand Guignol era tutto questo; un miscuglio di tinte fortissime che tenevano gli spettatori incollati alle poltrone con storie macabre ma al contempo farsesche. Il testo di Vittorio Franceschi è di quindici anni fa; da allora scandali, malefatte colossali e ruberie grandguignolesche hanno fatto sì che non fosse necessario cambiare neanche una virgola: la satira evidenzia le storture del mondo, ridiamoci su. Ma come è nata l’idea di raccontare il Bel Paese con questi toni? In un giorno di fine estate dell’anno 2000, mentre cavalcavo verso Damasco, mi si accese una lampadina, come nei fumetti. Racconta l’autore. E di colpo questo genere di teatro, a lungo snobbato e irriso, mi apparve nella sua essenza profetica, cioè ideale per raccontare il nostro Paese, le cui vicende e il cui tasso di cultura e di valori etici già allora, e da tempo, stavano procedendo con orgogliosa sicurezza verso lo zero di oggi. Scesi dal mio ronzino e mi misi all’opera. Quindici anni dopo, cioè oggi, probabilmente avrei scritto una tragedia. Ma allora ero meno ambizioso. Naturalmente, poiché italiani si nasce (in un primo momento questo testo avevo pensato di intitolarlo proprio così), lavorandoci su, mi spostai un pochino verso sponde più nostrane, come la farsa e la sceneggiata, risciacquando rispettosamente i panni nella mentalità piccolo borghese che da sempre ci caratterizza e fa di noi un modello nel mondo, artisti, stilisti e ferraristi a parte …