La scala…

Debutta in prima assoluta  nazionale e sarà in scena al Teatro 7 fino al 29 Novembre  la nuova esilarante commedia “La scala” tratta dall’ultimo capolavoro del drammaturgo più rappresentato al mondo Giuseppe Manfridi e per la regia firmata dall’estro di Michele La Ginestra.

È una commedia dal ritmo serratissimo e dagli effetti esplosivi –  preannuncia l’autore, messa in scena da sei giovani talenti derivanti dal mondo del cinema , della fiction e della televisione. Ma la vera protagonista è  lei “la scala” a stravolgere il clima festoso e mondano del seminterrato nel quartiere Parioli.

Un oggetto  apparentemente inanimato in grado di rivelare ciò che talvolta noi siamo. Doppi, tripli e tremendamente comici.

Sinossi

‘La scala’ racconta una disputa a sei dal ritmo serratissimo che si consuma in presa diretta durante un cocktail ben augurale organizzato per festeggiare la ristrutturazione di un seminterrato al Nuovo Salario di cui hanno da poco preso possesso Mirko e Miriam. Con loro, una coppia di vecchi amici (Corrado e Terry) e un’altra coppia da poco conosciuta (Nicolò ed Elvi) che abita nello stesso palazzo. Fiore all’occhiello dell’approssimativo restyling, una scala che collega direttamente il seminterrato col marciapiede di fuori. Un estroso éscamotage ideato per evitare, a chi debba entrare ed uscire, complicati giri nel cortile esterno.

Tutto sulle prima sembra filare liscio, anzi… è un fluire ininterrotto di smancerie e mondanità ai limiti dell’enfasi, sin quando qualcosa avviene e tutto cambia, con la scala che assurgerà al ruolo di protagonista assoluta.

Quel che avviene meglio non dirlo, certo è che gli effetti saranno esplosivi, e la simpatica riunione assumerà d’un lampo una metamorfosi impressionante. Scheletri nell’armadio, antichi rancori e antipatie inopinate prenderanno il sopravvento in una ridda pirotecnica di colpi di scena senza freni.

Commedia aspra quanto esilarante, ‘La scala’ mette a nudo ciò che in qualche parte di noi quasi tutti siamo. Doppi e tripli, anche se sinceri. E dunque, spesso, come in questo caso, tremendamente comici.