Tutto pronto a San Severino Lucano per la dodicesima edizione del Festival Gregorio Strozzi

Un doppio concerto e una lezione agli studenti delle scuole della cittadina compongono il programma della manifestazione nata nel 2003 e dedicata al gradenorganista e compositore, nato a San Severino Lucano intorno al 1615.

“La sua rivalutazione – afferma il sindaco, Franco Fiore – costituisce il punto di partenza per una riscoperta del patrimonio musicale della Basilicata e di tutta la scuola napoletana.

Il Festival quest’anno avrà due momenti: uno domenica con un concerto nella Chiesa Madre, l’altro lunedì nella chiesa madre di Mezzana. Una iniziativa che sta diventando ogni anno più significativa, grazie ai maestri di musica conosciuti a livello internazionale che porta nella nostra cittadina un nutrito numero di amanti della musica classica”.

Il quartetto artistico è composto da Sergio Balestracci al flauto, Laura Scipioni al violino, Emanuele Marcante alla viola e violino, Stefania Cavedon al violoncello, e Carlo Rossi al clavicembalo. Entrambe le sere il concerto è alle ore 21,30

Gregorio Strozzi fu Organista e compositore italiano, nacque a San Severino Lucano intorno al 1615. A Napoli, dove si era trasferito, perfezionò gli studi musicali con G.M. Sabino e prese gli ordini sacri.

Nel 1634 ottenne nella chiesa dell’Annunziata il posto di organista lasciato vacante dal Sabino per la nuova nomina a maestro di cappella, in tale posizione era ancora nel 1643, nonostante una promessa di promozione da organista ordinario a maestro di cappella o a I° organista. Noto pure come didatta di canto, appare designato coi titoli di abate, doctor in utroque jure e protonotario apostolico.

L’opera di maggiore interesse nell’ambito della produzione di Strozzi è “Capricci da sonare cembali et organi”, concepita nella tradizione della cosiddetta scuola “cembalo-organistica” napoletana. Stampata in partitura comprende 3 capricci veri e propri, 3 ricercate, 3 sonate, 4 toccate, 3 gagliardi, 1 madrigale diminuito, 8 correnti, 2 balletti, 1 ballo e 3 serie di var., vale a dire quasi tutti i generi di musica per tastiera del tempo. Accanto alla sua appartenenza alla scuola napoletana, sono presenti in Strozzi altri aspetti diversi: un gusto spiccato per cromatismi, arditezze armoniche e dissonanze che convive con un senso della scrittura dotta e severa; una certa inclinazione per l’originalità che si denota nell’impiego di figurazioni e abbellimenti insoliti ed estrose relazioni armoniche. Si può cogliere un nesso fra quest’opera e quella dei suoi predecessori quali Frescobaldi e Trabaci, individuabile , ad es. nei capricci (concepiti come susseguirsi di var. contrappuntistiche, secondo la forma Frescobaldiana), nelle ricerche che, con più temi trattati contemporaneamente, riportano a Trabaci. All’es. unito di entrambi si possono ricondurre le toccate, mentre le 3 sonate rivelano più spiccatamente l’influenza di Frescobaldi, appartenendo al genere della canzona – variazione con passaggi da una sezione all’altra in stile recitativo e toccatistico. Queste affinità con opere antecedenti giustificano molte perplessità che nascono dalla considerazione della tardiva data di pubblicazione (1687) e rendono inclini a considerare questi lavori composti nella prima metà del secolo e pubblicati con sensibile ritardo. Interessante è, infine, la dicitura “ Passa Y calla” (in spagnolo, “passa e taci”) posta all’inizio della Toccata de Passacagli che conduce l’opera e che può essere presa in considerazione per la dibattuta spiegazione del significato della parola “passacaglia.”