Sabato e domenica Firenze ospita un convegno nazionale sui problemi dovuti alla dipendenza dall’alcol

Per due giorni oltre 500 persone provenienti da varie parti d’Italia discuteranno a Firenze del futuro dei Club degli Alcolisti in Trattamento, presenteranno le esperienze che si sono sviluppate nelle diverse regioni e saranno illustrate storie di famiglie con problemi alcol correlati attraverso le varie generazioni: sabato e domenica in città si terrà il convegno nazionale dei Club degli Alcolisti in Trattamento dal titolo ‘Il Club uno strumento di pace’. Sabato il convegno si svolgerà al Grand Hotel Mediterraneo (Lungarno del Tempio, 44), dove porteranno il loro saluto il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, l’assessore regionale al Diritto alla salute Stefania Saccardi e la presidente della Commissione Cultura e Sport Maria Federica Giuliani, che interverrà anche il giorno successivo; domenica il convegno si trasferirà nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio dove sono previsti i saluti del sindaco Dario Nardella, dell’assessore alla Salute Sara Funaro, della direttrice del Dipartimento delle dipendenze della Asl 10 di Firenze Paola Trotta e del sindaco di Scandicci Sandro Fallani. I lavori saranno condotti da Guido Guidoni a nome del Coordinamento regionale dei Club degli Alcolisti in Trattamento della Toscana e da Gaetano Landolina a nome dei Club fiorentini. “I dati forniti dall’Organizzazione mondiale della sanità sull’uso di alcol sono preoccupanti perché riguardano ragazzi sempre più giovani e l’Italia purtroppo ha un record negativo in questo campo – ha detto l’assessore Funaro -. Nello specifico, la nostra città è una sorta di piccola eccellenza e lo vediamo anche dal numero di Club presenti sul territorio”. “L’amministrazione è fortemente impegnata nella lotta all’abuso di alcol e mettiamo in campo azioni di contrasto, soprattutto per le fasce giovanili, a cui si aggiunge tutta una serie di azioni coordinate e forti che vanno nell’ottica della prevenzione, del sostegno e della cura”. “Alla nostra azione si affianca quella dei Club che è molto preziosa – ha spiegato Funaro -: forniscono un sostegno continuo e lo fanno con grande professionalità, entusiasmo e coesione tra le persone che vi si rivolgono e i volontari”. “I club svolgono un compito importante intervenendo sulla persona che ha sviluppato la dipendenza dall’alcol e il suo nucleo familiare con un percorso di cura, di sostegno e di aiuto – ha concluso Funaro -. Senza coinvolgere tutte le realtà che stanno intorno alla persona che è entrata in un percorso di dipendenza difficilmente si riesce a estirpare il problema. Come amministrazione crediamo nel sostegno ai Club e li sosterremo anche in futuro in maniera forte”. “Il Coordinamento nazionale dei club degli alcolisti in trattamento presta, su tutto il territorio da anni, un’opera silenziosa – ha spiegato la presidente della Commissione Cultura e Sport Giuliani – ma molto preziosa per chi si espone al rischio dell’alcool dipendenza. Un lavoro ancor più prezioso perche fatto da servitori volontari. Questa problematica riguarda, sempre più anche le fasce più giovani della popolazione ed i risultati ottenuti dai club sono significativi. La Commissione ha invitato i club a Firenze per il loro convegno nazionale e ha avuto dall’assessorato al Welfare il supporto necessario per ospitarlo”. In Italia si calcola che un milione e mezzo di persone abbiano gravi problemi legati al bere e circa 4 milioni siano i bevitori problematici con una forte componente giovanile nella quale il consumo di alcol si sovrappone spesso all’uso di altre droghe. L’Italia è ai primi posti in Europa per l’età di primo consumo (11,5 anni), con l’inizio del consumo settimanale in età compresa fra gli 11 e i 15 anni. Un fenomeno preoccupante e in forte crescita che abbassa l’età del primo contatto con le bevande alcoliche e questo, secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, espone a un rischio di sviluppare alcol dipendenza 4 volte maggiore rispetto a chi inizia a bere dopo i 21 anni, essendo consigliata dalla stessa Oms la totale astensione dal consumo di alcol almeno fino ai 15 anni. Oltretutto la diffusione del consumo di alcol è spesso associata ad altri comportamenti a rischio, come rapporti sessuali non protetti, aggressività e violenza, riduzione delle prestazioni scolastiche. Drammatico il dato su quanti giungono nei Pronto soccorso con una intossicazione alcolica acuta: in un caso su 5 si tratta di ragazzi al di sotto dei 14 anni. I problemi alcol correlati colpiscono in modo importante trasversalmente tutte le generazioni e sempre di più anche le donne rispetto al passato. Uno dei metodi più riconosciuti e maggiormente efficaci per il trattamento e la prevenzione dei problemi alcol correlati è quello basato sull’approccio ecologico-sociale ideato negli anni Sessanta dal professor Vladimir Hudolin, (neurologo e psichiatra jugoslavo candidato alla fine del secolo scorso al premio Nobel per la Pace), sul quale si basa il lavoro dei Club degli Alcolisti in Trattamento, diffusi in 35 paesi del mondo e presenti in ogni regione italiana. Oltre il 70% delle persone che frequentano un Club riesce a raggiungere l’astensione dalle bevande alcoliche e a migliorare il proprio stile di vita. I Club sono comunità multifamiliari formate da un minimo di 2 a un massimo di 12 famiglie con problemi alcol correlati e complessi (cioè associati a problemi con altre droghe o comportamenti a rischio, problemi psichiatrici, ecc.) che si riuniscono una volta a settimana in un luogo messo a disposizione dalla comunità, con un operatore, il “servitore-insegnante”. I Club cooperano con i servizi del territorio e si adoperano per la salute ed il benessere della comunità organizzando, oltre alla loro attività settimanale rivolta alle famiglie che già presentano un problema legato all’uso di alcol, eventi di prevenzione dei problemi alcol correlati e di promozione della salute. Attualmente, sul territorio di Firenze e Provincia, sono attivi 28 Club di cui fanno parte circa 250 famiglie.