Milano, varati nuovi contratti per favorire il recupero degli immobili rurali

Nuovi contratti di affittanza agraria di lunga durata, fino ad un massimo di 30 anni, accompagnati da articolati progetti di recupero degli immobili rurali, con costi deducibili dal canone di locazione. Nelle linee guida approvate dalla giunta di Palazzo Marino per la predisposizione dei contratti d’affitto dei fondi di proprietà comunale si ritrova, in sintesi, tutto il senso della politica di valorizzazione della Milano agricola condotta in questi anni dall’Amministrazione: la tutela e riqualificazione ambientale dei terreni; il rilancio delle coltivazioni espressione di antiche tradizioni rurali, ma anche di nuove opportunità di sviluppo; la riscoperta delle 65 cascine cittadine – 15 ancora utilizzate per l’agricoltura o in fase di riattivazione – quali luoghi di incontro e di crescita, economica, sociale e culturale.

“Si tratta di un radicale cambio di rotta rispetto alla politica delle Amministrazioni precedenti – ha spiegato l’assessore all’Urbanistica e Agricoltura Alessandro Balducci -, che a lungo hanno adottato contratti di breve durata, talvolta annuali, incompatibili con qualsiasi progetto di investimento: da estreme periferie, margini senza funzione in attesa di essere edificati, i terreni agricoli sono tornati ad essere nuove importanti funzioni urbane, che svolgono per i cittadini un ruolo nella produzione di cibo, per la qualità dell’ambiente e del paesaggio, per la fruizione e lo svago”.

Alessandro BalducciPartendo dalle criticità ed esigenze emerse nel confronto avviato con gli agricoltori per il rinnovo di alcuni contratti in scadenza o in fase di consolidamento – quelli per le cascine Caldera, Tre Ronchetti, Basmetto, Gregorio Vecchio, Campazzo e Sant’Ambrogio – è stato strutturato un modello di indirizzo contrattuale per favorire la riqualificazione dei fabbricati rurali, spesso in avanzato stato di abbandono, e lo sviluppo di iniziative imprenditoriali multifunzionali, il più possibile omogenee a quella agricola. In particolare: gli interventi sui fabbricati rurali si baseranno su un progetto di massima concordato con l’Amministrazione comunale; i costi degli interventi a carico dell’affittuario saranno deducibili dagli importi previsti a titolo di canone; al fine di concorrere al recupero dell’immobile, sarà possibile la concessione in subaffitto di porzioni degli immobili rurali; al termine della locazione, l’Amministrazione subentrerà nella proprietà degli interventi di recupero realizzati da parte affittuaria senza ulteriori compensi o indennizzi.