Firenze, terza edizione del Premio Ennio Macconi riservato a giornalisti precari e disoccupati

Terza edizione del ‘Premio Ennio Macconi’, riservato a giornalisti precari e disoccupati, iscritti all’Ordine della Toscana. L’iniziativa dedicata al cronista de La Nazione, prematuramente scomparso, è stata presentata a Palazzo Vecchio dal sindaco Dario Nardella e Michele Taddei, vicepresidente dell’Ordine insieme a Paolo Blasi (Rotary Club Firenze), Stefano Caramelli (Rotary Club Firenze Ovest) e di Claudio Tongiani di Chianti Banca.

I giornalisti che vorranno partecipare dovranno presentare un articolo sul tema ‘Immigrazione, accoglienza e integrazione in Toscana. Storie e interviste’. Il bando prevede che l’articolo, pena l’esclusione, non potrà superare le novanta righe e dovrà essere di nuova stesura, mai pubblicato prima. Ogni concorrente non potrà presentare più di un articolo (nel caso in cui ne presenti più di uno sarà escluso automaticamente dall’elenco dei partecipanti).

“Ennio Macconi è stato un modello e un esempio e deve continuare ad esserlo per tutti coloro che si avventurano in quel mondo splendido che è il giornalismo – ha sottolineato il sindaco Nardella –. Oggi giornalista significa essere anche un operatore sociale e culturale: la stampa fa sempre più formazione e non solo informazione. E’ per questo che Palazzo Vecchio è accanto all’iniziativa dell’Ordine”. Il ‘Premio Ennio Macconi’, promosso dall’Ordine dei giornalisti della Toscana, col patrocinio dalla Nazione, ha il sostegno di ChiantiBanca, del Rotary Club Firenze e del Rotary Club Firenze Ovest. Il termine per la presentazione degli articoli è fissato improrogabilmente entro e non oltre le 12 del 18 dicembre 2015, ‘Giornata mondiale del migrante. Non saranno valutati i pezzi pervenuti dopo l’ora e la data prevista nel presente bando senza che i concorrenti esclusi per tale motivo possano sollevare alcuna obiezione. Gli articoli dovranno essere inviati all’indirizzo di posta elettronica: [email protected].

Gli articoli potranno essere resi noti al pubblico per finalità legate all’attività dell’Ordine dei Giornalisti, di ChiantiBanca, del Rotary Firenze e del Rotary Firenze Ovest, senza che ciò comporti alcuna pretesa di corrispettivo da parte degli autoriLa scelta dei vincitori è demandata ad una commissione composta da membri nominati dall’Ordine dei Giornalisti, da ChiantiBanca, dal Rotary Firenze e dal Rotary Firenze Ovest.

I premi saranno così suddivisi: primo premio 3.000 euro; secondo premio 1.500 euro e terzo premio 1.000 euro. La giuria si riserva di attribuire tre menzioni speciali ad altrettanti giornalisti ai quali verrà consegnata una borsa di studio di 500 euro ciascuno.

La premiazione si terrà l’11 gennaio alle 16.30 nell’auditorium della Nazione, viale Giovine Italia 17. ENNIO MACCONI, L’UOMO E IL GIORNALISTA: Ennio Macconi, storico giornalista della Nazione, è morto nel settembre 2008. Aveva 57 anni. Aveva cominciato a fare il cronista trent’anni prima. Dalla gavetta. Prima a “Il Nuovo”, che rimase aperto 40 giorni, poi a Radio Libera, quindi Tele Libera, La Città, «Toscana qui». Nell’estate del 1982 venne assunto alla Nazione. Cominciò lavorando in provincia e poi approdò in cronaca. Equilibrato e sensibile, colto e ironico, intelligente ed estroverso, Ennio era uno dei migliori cronisti del giornale. Sapeva fare l’uomo macchina, ma anche la cronaca bianca, la sanità, la nera e la giudiziaria. Per ventisei anni è stato in prima linea raccontando il processo di Mamma Ebe, i delitti del mostro, le inchieste sul terrorismo, la politica di Palazzo Vecchio. Ogni volta che gli veniva affidato un servizio partiva con l’entusiasmo della prima volta e quando tornava raccontava di aver colto un aspetto che lo appassionava. Ogni pezzo era una scoperta. Era anche un inviato molto accorto. Venne mandato sul fronte della guerra a Gibuti. E poi a Tunisi per seguire il dirottamento di un aereo, e poi a Livorno per la tragedia del Moby Prince. Gli piaceva viaggiare ed era un fotografo attento alla quotidianità della vita. Per Bonechi aveva scritto un libro su Marrakech, tradotto in molte lingue. Ma fra tutti i viaggi che ha fatto è rimasto legato solo a una terra, l’Eritrea, dopo esserci stato alla fine degli esami di maturità. Ad Asmara era tornato tutti gli anni. Aveva seguito la guerra, il referendum e aveva intrecciato rapporti personali con la gente comune e con le autorità di governo. Ennio è stato un ponte fra Asmara, dove aveva adottato tre bambini, e Firenze. La sua casa è stata per alcuni mesi la casa di combattenti eritrei. In quella terra che amava tanto, c’èra voluto tornare anche nell’estate del 2008, nonostante la malattia. E anche in quella occasione si era occupato di un bambino fatto poi arrivare con la mamma al Meyer per curarsi.