Lettera aperta di Confagricoltura sulla zootecnia

“La Confagricoltura di Basilicata, all’interno della quale operano numerosissimi imprenditori agricoli/zootecnici della nostra Regione, d’ora innanzi, farà tutto quanto necessario per ristabilire un quadro di regole condivise per ogni settore all’interno dei quali, operano le nostre imprese associate”. E’ quanto si legge in una lettera aperta diffusa dal Lorenzo Rago, Presidente di Confagricoltura Basilicata, e rivolta al presidente dell’Associazione regionale Allevatori di Basilicata, Palmino Ferramosca. “Per ulteriore chiarezza – aggiunge Rago – segnalo che chi scrive, per cultura personale, tratto professionale e maturità sindacale, non si lascia “indurre” da nessuno. Poco male comunque, comprendo che spesse volte si incorre in errore, facendo considerazioni, prendendo spunto da meccanismi comunicativi che probabilmente sono da ricondurre a strutture che forse il Presidente Ferramosca conosce meglio. Ritornando al tema Associazione Allevatori, con il massimo della fermezza, dichiaro – continua Rago – che la delegazione dei nostri dirigenti/imprenditori, non ce la facciamo indicare da nessuno, tantomeno da chi sta gestendo con criteri privatistici e discutibili, soldi garantiti dal sistema pubblico e che riguardano nella loro interezza anche le aziende della organizzazione che ho l’onore di presiedere. L’aver chiesto all’assessore Braia, di presiedere una riunione sul tema, comprendente anche la gestione del Libro Genealogico, dovrebbe far comprendere al presidente Ferramosca, che lo spirito non è da “ guerriglia” , al contrario, vorremmo che chi mette a disposizione del sistema allevatori lucano, molti milioni Euro, venga messo a parte delle nostre considerazioni ; se l’Associazione Allevatori fosse convinta di operare completamente nel giusto , francamente non riusciamo ad intravedere altri motivi rispetto al sottrarsi al confronto se non quelli di una struttura che ha paura di aprirsi e di immaginare meccanismi nuovi di tutela degli allevatori, che ricordiamo dovrebbero tornare ad essere, in quel contesto, artefici del loro destino. Voglio comunque precisare che la responsabilità esclusiva della tenuta del Libro Genealogico è in capo a chi lo detiene il quale non può sottrarsi, a prescindere dalle Organizzazioni di Categoria, a nessun confronto con gli allevatori iscritti In ultimo, anche per evitare di tediare chi legge su argomenti che pretenderemo con forza vengano dibattuti nelle sedi opportune, il riferimento alla difesa della dignità della struttura e del personale che in esso opera, lo abbiamo trovato, io ed i miei dirigenti assolutamente fuori luogo. Le ragioni di questo nostra critica risiedono in due semplicissime considerazioni: la dignità l’ Associazione Regionale Allevatori, la riacquisirà nel momento in cui la stessa, per il tramite di chi in questo momento la governa, non si sottrarrà al confronto con chi contribuisce per la sola presenza dei propri capi iscritti al suo sostentamento; per quel che riguarda i dipendenti, persone a cui va tutta la nostra stima e gratitudine, potremmo consigliare al presidente Ferramosca, di chiedere loro se con gestioni diverse , si sentivano più o meno tutelati oppure per meglio chiarire e per evitare equivoci, si chieda loro se stavano meglio o se stavano peggio anche perché, qualche contributo che ha elevato il sistema allevatoriale, forse le gestioni passate lo hanno dato. Sarebbe opportuno, ma questo lo chiederemo direttamente all’Assessore ed al Presidente Pittella, di verificare il grado di soddisfazione degli allevamenti seguiti e contestualmente chiedere ai dipendenti ed ai convenzionati se hanno qualcosa da comunicare in maniera libera e non preconcetta rispetto alla gestione ultima della struttura. Certo di poter incontrare il presidente Ferramosca, auguro a lui ed alla struttura che presiede mille fortune, consapevole che le stesse, un po’ dipenderanno dalla voglia che tutti noi avremo, nel rimetterci fuori da polemiche, a ritracciare una giusta funzione del sistema allevatori con il sempre auspicato aiuto delle istituzioni”.