Morte per legionella in ospedale a Cona

Agli inizi di agosto si sarebbe verificato il decesso di un paziente ricoverato all’ospedale Sant’Anna di Cona (Fe) dovuto alla contaminazione da legionella. Il direttore sanitario della struttura ha dichiarato alla stampa che il contatto con il batterio della legionella pare sia avvenuto durante il ricovero, e Raffaella Sensoli (M5s) ha presentato sulla vicenda una interrogazione a risposta immediata in Aula.

Nell’interrogazione, si ricorda che è in corso un procedimento giudiziario che vede coinvolto l’ex Direttore generale, avviato a seguito di un esposto sindacale del maggio 2013, che riguarda varie questioni fra cui la scoperta tardiva del batterio della legionella, già individuato nel novembre 2011. La consigliera sottolinea come “la prevenzione di questa nefasta infezione si basi soprattutto sulla pulizia degli impianti di condizionamento dell’aria e degli impianti idrici”. Alla Giunta, chiede “se l’impianto idrico dell’ospedale sia stato costruito secondo criteri moderni e con materiali resistenti ai trattamenti impattanti previsti dalla normativa per il contrasto della legionella”, e “in quali condizioni sia attualmente l’impianto”. Per dare “maggiore trasparenza ai risultati delle periodiche analisi sulle acque degli impianti idrici della rete ospedaliera, del programma di sorveglianza e controllo delle malattie infettive”, Sensoli chiede di “utilizzare il portale web della sanità regionale”.

L’assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, nel rispondere assicura che l’impianto idrico dell’ospedale di Cona “è stato costruito secondo criteri moderni e con materiali resistenti ai trattamenti per il controllo e il contrasto della legionella. Attualmente l’impianto risulta in buono stato di conservazione. A tutela della salute di pazienti e lavoratori- aggiunge l’assessore- sono stati effettuati interventi preventivi all’apertura stessa dell’ospedale, e questi interventi sono proseguiti fino a oggi”. Quanto al caso specifico, Venturi afferma “che non risultano essere state accertate in ospedale altre positività per antigenuria da legionella in pazienti che hanno soggiornato nelle stanze insieme all’uomo deceduto. Un riscontro di positività è stato riscontrato in una doccia, e sono state adottate misure urgenti atte a impedire eventuali possibili infezioni”. All’Istituto Superiore di Sanità “sono stati inviati campioni di tessuto polmonare del paziente prelevati in corso di autopsia e altri campioni, presi anche a domicilio, al fine di dirimere l’origine dell’eventuale infezione. I riscontri saranno disponibili fra più di un mese”. Infine, Venturi ricorda l’inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica dopo la scoperta, presso una doccia, di una positività con sviluppo di legionella in misura superiore ai limiti consentiti. Quanto alla proposta di inserire sul portale sanità gli esiti delle verifiche effettuate, l’assessore esprime una valutazione negativa, “trattandosi di migliaia di dati, che non contribuirebbero a una efficace informazione”.

In sede di replica, e in attesa dei riscontri dell’Istituto Superiore di Sanità, Raffaella Sensoli afferma che “restano gravi incertezze sul fatto che il decesso sia dovuto al ricovero in ospedale, ed è assurdo che un cittadino entri in ospedale per curare una patologia specifica e ne esca morto a causa di un’infezione contratta nel luogo di cura”. In particolare, “restano i dubbi sulla situazione di un ospedale inaugurato meno di quattro anni fa, e che presenta una quantità di situazioni critiche inconcepibili per una struttura ancora nuova”.