Testimonial Umberto Zanotti Bianco a Bruno Congiustì e Domenico Tallarico

Cosa rappresenta Nicastrello? Un minuscolo abitato abbandonato? Una dimora aperta in attesa di accogliere? Il passato che interroga il presente? Un viaggio nel tempo o una nuova e irripetibile esperienza che mette insieme umanità e storie, ricordi e corrispondenze, libertà e viaggi, ritorno e partenza? O desiderio di riscoprire una dimensione di vita mai vissuta e mai raccontata? Quando una moltitudine si ritrova a ripopolare case diroccate, dimore abbandonate, residenze vuote che ancora traboccano di umanità, segni disfatti di un tempo che partorisce, vicende avvolte tra i panni del silenzio che improvvisamente irrompono sulla scena per raccontare ciò che non era possibile esprimere, allora avviene un miracolo: e si incontrano memorie, emozioni, ricordi, sentimenti e le tante corde vibrano e risuonano. Una musica che richiama la bellezza di chi ancora riesce a provare l’alfabeto emotivo, nell’incontro umano con gli altri, e non attraverso i social che creano invece anestesia, isolamento e distanza nella autentica comunicazione. Lo aveva compreso già Platone nel Fedro quando racconta il mito della nascita della scrittura, fatta risalire al dio egiziano Theut, tecnica che però rischia di allontanare l’uomo dalla verità della sua anima, in quanto indebolisce il processo di rammemorazione; mentre il mezzo o canale più diretto per richiamare la memoria, ospitata dall’anima, avviene nel discorso o racconto orale, vivo e animato. Nicastrello infatti è un racconto corale e orale. Il coro che si disegna negli occhi e sui volti delle generazioni lontane e vicine che dialogano, delle voci e dei linguaggi che incrociano le parole, di due comunità che riscoprono la comune origine, quella di Capistrano e di San Nicola da Crissa. Nicastrello è il sogno di Mimmo Greco, l’autoproclamato governatore che da 15 anni organizza un conviviale con gli amici di Nicastrello, il giorno dopo la festa di Sant’Elena (19 agosto). Ed è con questo desiderio di ritrovarsi e ritrovare soprattutto il genius loci che è stata vissuta la serata protratta nella notte, al canto del Pavarotti di Calabria, Carlo De Fiore (accompagnato alle tastiere da Mimmo Marzotta), che ha eseguito il repertorio classico napoletano e il suono della fisarmonica di mastro Lele Mesiano e la chitarra di Gigi Parrucciu, ma anche l’esibizione dei componenti di una famiglia residenti in Svizzera, il cui padre Giulio è originario di Torre di Ruggero (il figlio grande ed Emanuela all’organetto, Elisabetta alla Chitarra), e la madre Eleonora (Svizzera) ha aiutato l’organizzazione. A partecipare al conviviale anche una folta delegazione della comunità sannicolese che vivono in Francia, a Saint Jean de Maurienne tra cui Emanuele Iozzo, insignito della cittadinanza onoraria di Nicastrello, un imprenditore turistico – titolare tra l’altro di una famosa stazione sciistica nell’area di Saint Jean de Maurienne – e figlio di emigrati che ritorna a San Nicola da Crissa per risentire il calore, l‘affetto, l’amicizia, il sentimento carico di memoria delle radici dei suoi avi, che non può trovare altrove. E a questo richiamo con le radici non si è sottratta una famiglia che vie in Australia, il cui padre, Caputo Vito, porta il nome del nonno che onorava la festa di Sant’Elena suonando la ceramella. Tra i tanti affezionati di Nicastrello anche Vito Mannacio (medico a Napoli), che porta il nome del nonno, notaio e marchese di Nicastrello. Immancabile all’appuntamento del conviviale anche Pippo Callipo (ex presidente di Confindustria Calabria e candidato alla presidente della Regione Calabria), Nicola Galloro (per diverse legislature all’amministrazione comunale di Roma), ma anche il neosindaco di Monterosso Calabro Antonio Giacomo Lampasi e Antonio Parisi, imprenditore turistico di Monterosso, che ha promosso le bellezze paesaggistiche e urbane oltreoceano del suo borgo e del territorio; Maurizio Angotti (originario di Taverna) ambientalista ed esperto cultore dell’olio. Ancora da sottolineare anche la presenza di altre personalità che lavorano nella magistratura e una rappresentanza dell’Associazione nazionale della Polizia di Stato capeggiata dall’ispettore Giovanni Vattiata e tanti altri che hanno vissuto con grande emozione i diversi momenti del conviviale. Da menzionare inoltre l’importate mostra di quadri a cura di Franco Artusa, appassionato collezionista che ha esposto opere di alcuni più noti pittori calabresi, come Enotrio Pugliese, Lorenzo Albino e Franco Natale. Il tutto sotto la direzione di Orlando Calvetta (residente a Serra San Bruno), che ha orchestrato i fuochi d’artificio ma anche la musica della tradizione popolare calabrese al suono delle fisarmoniche e dell’organetto, superstite di quella sinistra ex parlamentare che conserva gli ideali e la passionalità di chi ancora crede nei veri valori della politica e della giustizia sociale e nel rispetto di tutte le differenze, una vera rarità in un momento storico dove gli ideali e i significati vengono mistificati, inquinati, svuotati e traditi dall’onda “anomala” che si identifica nel “renzismo”.

conviviale nicastrello Consegna del Testimonial A Congiustì e Tallarico Mimmo Greco e Ninì Luciano Conviviale e Consegna del Testimonal

In questo suggestivo scenario e nell’atmosfera carica di risonanze che hanno caratterizzato l’incontro, si è svolta anche la cerimonia di consegna del “Testimonial Umberto Zanotti Bianco” a Bruno Congiustì e Domenico Tallarico, protagonisti delle identità culturali locali e della conservazione della memoria orale, che animano la rivista “La Barcunata”. Nei vent’anni di vita della rivista sono riusciti a mantenere vivo il rapporto tra il passato e il presente. Bruno Congiustì è direttore editoriale del periodico, mentre Tallarico (mastro Micu) è un “archivio vivente”. Entrambi coltivano la memoria storica del mondo contadino e di un sapere popolare “sensibile” per la costruzione di un futuro che deve rimettere al centro l’uomo e la sua umanità, per combattere l’anestesia dei sentimenti, la manipolazione mediatica e la desertificazione delle coscienze. E quale luogo della memoria per la cerimonia di consegna se non Nicastrello? Nel corso della consegna del Testimonial Michele Roccisano (collaboratore della Barcunata) ha svelato il mistero della sua fondazione, come testimonia un libro scritto dal domenicano padre Barilari (edito nel1982) , “Apprezzo sullo Stato di Soriano”. In questo documento ampio e dettagliato sulla situazione dei territori e dei possedimenti, si menziona Nicastrello che rientrava nello Stato di Soriano. A fare una stima del borgo un certo Antonio Tango. Dalla sua descrizione si evince che Nicastrello risale al 1633, 17 anni prima del documento, redatto nel 1650. Risulta inoltre che era costituito da circa venti case e una chiesa dedicata a Sant’Elena. La struttura dell’abitato è rimasta senza particolari mutamenti nel tempo.

Il riconoscimento è stato consegnato dal maestro Raffalele Famà, che ha riprodotto l’immagine-simbolo del Testimonial, un’antefissa del V secolo a.C. Nel corso della cerimonia è intervenuto il presidente della Delegazione Vibonese di Italia Nostra, Gaetano Luciano. Tracciando l’importante opera di Zanotti Bianco, ha sottolineato la coerenza tra pensiero e azione e l’impronta etica, umana della sua azione e del suo impegno, ma anche l’opera culturale, con la scoperta di siti archeologici della Magna Grecia, insieme a Paolo Orsi. Luciano ha inoltre spiegato i motivi che ispirano il Testimonal, e come l’impegno portato avanti da Congiustì e Tallarico nella rivista “La Barcunata”, riveste un significato importante alla luce dell’eredità umana, morale, culturale e storica di Umberto Zanotti Bianco, fondatore di Italia Nostra. Congiustì, nel suo intervento di ringraziamento, ha sottolineato come “La Barcunata”, nei suoi vent’anni di vita, sia l’unico periodico del Vibonese ad aver resistito così a lungo, senza aver mai ottenuto alcun finanziamento pubblico. Per questi motivi ha ringraziato la Delegazione Vibonese di Italia Nostra per il riconoscimento e tutti i collaboratori della rivista, in particolar modo mastro Micu Tallarico; infine ha voluto ringraziare anche tutti coloro che partecipano al conviviale nel borgo di Nicastrello a partire da Mimmo Greco, che da 15 anni si dedica con passione e impegno a recuperare la memoria umana e storica di Nicastrello.

Il Testimonial è stato istituito dal 2009 come campagna di testimonianza e di impegno della Delegazione Vibonese di Italia Nostra per ridare vita alla straordinaria opera umanitaria e culturale di Umberto Zanotti Bianco, dalla tutela dell’ambiente alla salvaguardia dei beni culturali e paesaggistici. Uno sguardo e una attenzione particolare è stata, in questi anni, dedicata alle identità territoriali, dalle culture locali alle matrici storiche che ancora sopravvivono e affondano la loro memoria nella millenaria civiltà contadina. In questo senso, far conoscere la sua opera è fondamentale per le generazioni future sempre più sottoposti ad una forzata diaspora e al rischio di smarrire il legame con la memoria dei luoghi e della storia che ha determinato il presente; ciò significa vivere sradicati dall’humus in cui si genera l’alfabeto emotivo. Umberto Zanotti Bianco, definito “monaco laico”, ha incarnato la “cultura del dono”: ha scavato per dissotterrare le radici delle antiche civiltà ma anche per rispondere ai bisogni primari della gente più povera, concependo la sua azione come lotta per la conquista della autentica cultura, la sola che può dare il riscatto ai tanti popoli schiacciati dalle ingiustizie, così come aveva concepito la sua missione anche un altro grande della nostra storia sociale, spirituale e culturale, don Lorenzo Milani, a cinquant’anni dalla “Lettera ai giudici” (18 ottobre 1965, due anni prima della “Lettera ad una professoressa”); anche don Milani aveva compreso che il possesso della parola è l’unico modo per sperimentare la vera cultura: “La parola è la chiave fatata che apre ogni porta”; “E’ solo la lingua che fa eguali. Eguale è chi sa esprimersi e intende l’espressione altrui. Che sia ricco o povero importa meno. Basta che parli.” La parola degli spiriti illuminati riesce a solcare non solo la pagina, ma anche il tempo, perché ha il dono della profezia.