Caporalato, la criminalizzazione indistinta fa male all’economia agricola pugliese

Confagricoltura Puglia ribadisce il proprio impegno nella lotta al caporalato e a ogni forma di illegalità, ricordando come da anni l’associazione sia impegnata su questo fronte. Ma chiede con forza che le aziende agricole pugliesi non siano indistintamente criminalizzate.

“La situazione è oggettivamente grave e dispiace dover constatare che soltanto le morti avvenute nell’ultimo mese abbiano acceso i riflettori su un fenomeno che noi associazioni datoriali da tempo denunciamo – dice Umberto Bucci, presidente di Confagricoltura Puglia – Bisogna però evitare che si faccia di tutta l’erba un fascio, perché ne va dell’andamento dell’economia agricola del territorio”.

Il riferimento è all’inasprimento dei controlli nelle campagne della regione, attuato negli ultimi giorni, che rischia di rallentare le procedure di raccolta e distribuzione dei prodotti, specie di quelli ortofrutticoli sottoposti a un rapido processo di deperimento.

“Siamo in piena raccolta dell’uva, sia quella da tavola che quella da vino, senza considerare il pomodoro da industria e tutto il resto della produzione orticola – dice Umberto Bucci – e questi blocchi continui dei mezzi di trasporto che entrano ed escono dalle aziende non fa che frenare un’attività che normalmente, in questo periodo dell’anno, è assolutamente frenetica e inarrestabile”.

Confagricoltura non chiede sconti. “I controlli sono legittimi e devono continuare – dice il presidente regionale dell’associazione – e noi vogliamo fare la nostra parte. Ma chiediamo anche che siano tenute in considerazione anche le esigenze produttive delle aziende”.

E agli Assessorati regionali al Lavoro e all’Agricoltura, Confagricoltura rivolge ancora una volta l’invito ad aprire i tavoli di confronto sul tema della lotta al caporalato anche alle associazioni datoriali e non solo ai sindacati. “Se, come ha detto il ministro Martina, questo è fenomeno che va combattuto come si è già fatto con la mafia – dice Bucci – allora tutti devono dare il proprio contributo. E noi non vogliamo e non possiamo restare nelle retrovie”.