Non sarebbe stata né la droga né l’alcol a uccidere Lorenzo Toma

Svolta nel giallo del ragazzo morto domenica mattina davanti alla discoteca Guendalina a Santa Cesarea Terme. Lorenzo Toma era affetto da una cardiomiopatia ipertrofica, che può causare anche una morte improvvisa. Lo ha riferito il medico legale al termine dell’autopsia eseguita stamane all’ospedale Vito Fazzi di Lecce.

L’esame è stato eseguito dal dottor Alberto Tortorella, incaricato dal sostituto procuratore presso il tribunale di Lecce Stefania Mininni, che ha aperto un fascicolo d’inchiesta con l’ipotesi di reato di “morte come conseguenza di altro delitto”. All’esame autoptico era presente il cardiologo Claudio Perrone, consulente nominato dalla famiglia della vittima.

La cardiomiopatia ipertrofica è una malattia che riduce la cavità del ventricolo sinistro del cuore, soprattutto in casi di stress. Il problema si manifesta sin da piccoli e tra i rischi da evitare c’è quello di bere alcolici. Il medico legale ha anche eseguito prelievi per i successivi esami istologici e tossicologici, i cui risultati dovranno pervenire al magistrato entro 60 giorni

Dall’esito dell’autopsia dipendevano le stesse misure che sarebbero state prese nei confronti della discoteca, rimasta aperta, in attesa che il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica verifichi alcune questioni amministrative, ovvero il rispetto degli orari di chiusura e della capienza. Nelle scorse settimane la presenza di forze dell’ordine nelle discoteche aveva già dato i suoi frutti, con l’arresto di spacciatori, due dei quali presi al Guendalina di Santa Cesarea proprio la notte in cui è morto Lorenzo Toma.