Pisa, i profughi potranno svolgere attività di volontariato per la comunità

Si tratta di percorsi educativi, su base volontaria, di accoglienza ed integrazione a favore dei migranti La Società della Salute sta già raccogliendo le adesioni di associazioni di volontariato e di promozione sociale che predispongono appositi progetti. Info sul sito sds.zonapisana.it Sandra Capuzzi, assessore al sociale del Comune di Pisa e presidente della Società della Salute: «Un’opportunità in positivo. Costruire un rapporto con queste persone significa anche sottrarle alle pressioni della malavita. Pisa, insieme ad Arezzo, è la provincia toscana che pratica meglio l’accoglienza diffusa dei profughi: distribuzione in piccole strutture e no a grandi concentramenti». Giuseppe Cecchi, direttore della Società della Salute: «Svolgiamo un lavoro in continuità per gestire un fenomeno che non deve essere affrontato come emergenza continua. Grazie a tutte le associazioni e cooperative del terzo settore che collaborano». Alla conferenza stampa erano presenti: Fernando Mellea, assessore al Comune di Cascina; Franco Marchetti vicesindaco del Comune di San Giuliano Terme; Valentina Ricotta assessore al Comune di Calci; Valentina Bertini assessore al Comune di Vicopisano.

Da ospiti a parte attiva del tessuto sociale: grazie all’accordo regionale a cui aderisce la SdS pisana i migranti ospitati nel territorio potranno svolgere attività di volontariato a favore della comunità. Si presenta oggi l’accordo regionale tra Anci Toscana, Regione Toscana, Prefettura di Firenze, Associazioni di volontariato e Cooperative sociali a cui aderisce la Società della Salute dell’area pisana. Le attività – Si tratta di percorsi educativi di accoglienza ed integrazione a favore dei migranti inseriti in strutture di accoglienza del territorio. Percorsi che dovranno permettere ai migranti di conoscere ed integrarsi nel contesto sociale che li ospita, attraverso lo svolgimento di attività di volontariato finalizzate al raggiungimento di uno scopo sociale e/o di pubblico interesse (non a fini di lucro) che consentano di acquisire un ruolo attivo, partecipe e che restituiscano loro dignità. Le attività sono svolte a favore della collettività territoriale ospitante, contribuendo a conseguire un bene e un valore di natura altamente sociale per le Comunità e per i territori in cui esse vengono realizzate. Pertanto tali attività dovranno inserirsi nei contesti di carattere civile, sociale, educativo, ambientale, sportivo e culturale. Il piano – La Società della Salute sta già raccogliendo le adesioni di associazioni di volontariato e di promozione sociale che predispongono appositi progetti. Hanno già aderito: Arci provinciale, Acli provinciale, La Racchetta (Cascina), Croce Rossa di Cascina, Misericordia di Calci, San Vincenzo De Paoli di Calci, Orti Pisani Onlus (San Giuliano Terme), Bagni Crea (San Giuliano Terme), Misericordia di Vicopisano, Vicoverde (Vicopisano), Orcotondo (Vicopisano), Ortaccio (Vicopisano). A queste si stanno aggiungendo altre associazioni del territorio dell’area pisana (Calci, Cascina, Vecchiano, Vicopisano, Fauglia, Crespina Lorenzana, San Giuliano Terme, Pisa, Orciano Pisano). Dall’altro lato la SdS coinvolgerà i migranti ospiti nelle strutture per spiegare loro il progetto vagliandone la disponibilità a partecipare. Il protocollo regionale – E’ un accordo tra la Regione Toscana, la Prefettura UTG di Firenze, ANCI Toscana, Associazioni di volontariato, Associazioni di Promozione sociale, Cooperative sociali e altri soggetti gestori delle attività di accoglienza per la realizzazione di percorsi di accoglienza e integrazione a favore dei cittadini stranieri che hanno presentato istanza per il riconoscimento della protezione internazionale o sono in attesa della definizione del ricorso ospitati nelle strutture di accoglienza presenti sul territorio regionale. La Regione corrisponderà ai Comuni un contributo a copertura delle spese assicurative per la responsabilità civile verso terzi e contro gli infortuni, per eventuali strumenti, attrezzature e dispositivi di protezione individuale per l’esercizio delle attività previste, per l’eventuale attività di orientamento e di partecipazione ad attività di formazione necessarie affinché possano essere svolte le attività di volontariato previste dai progetti di inserimento.