Palermo, Mario Di Fiore ha ucciso il benzinaio Nicola Lombardo per il prezzo del pieno ritenuto troppo caro

A rimanere senza parole a quanto si apprende anche gli stessi investigatori. Sarebbe questo il movente dell’omicidio di piazza Lolli. È Mario Di Fiore, pensionato di 63 anni, l’assassino del benzinaio di 44 anni. Ha confessato di avere fatto fuoco nel distributore Esso per il prezzo del pieno ritenuto troppo caro. Sarebbe prima nata una lite e poi ha esploso il colpo di pistola calibro 7.65 che ha raggiunto Nicola Lombardo alla milza. La confessione è giunta dopo alcune ore di interrogatorio nei locali della Squadra mobile. Il pensionato è crollato sotto le domande del nuovo capo della Squadra mobile Rodolfo Ruperti e del pubblico ministero Ennio Petrigni che ha disposto il fermo. All’indagato vengono contestati i futili motivi.

Tutto sembrava fuorché una rapina. Con il passare delle ore le indagini sulla morte di Lombardo, avevano abbandonato la pista del colpo finito in tragedia. Si era ipotizzata una vendetta, ma ora emergerebbe la storia di una lite banale sfociata nel sangue. Gli investigatori, coordinati dal procurato Francesco Lo Voi, avevano subito accantonato gli indizi che inquadravano il delitto nell’ambito di Cosa nostra

La vittima sarebbe morta alcune ore dopo all’ospedale Civico. Aveva detto di essere stato colpito da un uomo di circa 60 anni con i baffi, al quale aveva appena fatto il pieno. Era certo che il killer, forse in compagnia di un altro uomo, fosse arrivato a bordo di una Fiat Punto di colore grigio. Lo confermava un testimone che aveva riferito di avere soltanto udito lo sparo e di avere poi visto una macchina allontanarsi. La stessa macchina che è stata ripresa dalla telecamera di un negozio, risultata decisiva. Anche la pompa di benzina è dotata di un impianto di videosorveglianza, ma non funziona.