Intervista al Presidente della Camera di Commercio di Avellino Costantino Capone

Si definisce imprenditore visionario, sostiene che i sogni debbano diventare realtà. Ritiene che il settore pubblico abbia il dovere, per funzionare, di ispirarsi e comportarsi come il privato. Orgoglioso di essere irpino, si compiace del fatto che questa zona della regione stia innalzando i livelli di speranza tra i giovani e la qualità della vita tra gli abitanti. Noi lo abbiamo incontrato presso il piccolo stand di piazza Irpinia all’Expo di Milano mentre si discuteva proprio dei progressi della regione e del desiderio dilagante della necessità di impresa, grazie a delle testimonianze.   Lei è stato uno dei più giovani imprenditori del paese, cosa c’è che non va ancora nel territorio italiano? Bisognerebbe smettere di piangersi addosso, rimboccarsi le maniche, agire e non attribuire agli altri i nostri insuccessi. Non delegare i nostri compiti ma portarli a termine. Altra leggenda metropolitana è il mal funzionamento del sud. Quando si decide di raggiungere degli obiettivi lo si fa, proprio come sta accadendo nell’Irpinia negli ultimi anni. Piazza Irpinia, oggi, è una delle 5 piazzette dell’Expo a Milano pronta a comunicare un messaggio ai giovani: le sfide sono possibili.   E’ proprio Lei a parlare di Irpinia, perché non parla di regione? Perché anche al Vinitaly la zona Irpinia era separata dalla Campania? Quando la regione ha dei tempi diversi rispetto alle esigenze del mercato bisogna muoversi e l’Irpinia lo ha fatto. Sottolineo, però, che non siamo in antitesi alla Campania. Noi rappresentiamo la regione. Frase diffusa è diventata: “Se non c’è la Campania c’è l’Irpinia”. L’episodio, che ormai sta diventando consuetudine, dello spazio separato al Vinitaly bisognerebbe vederlo sotto un’altra prospettiva. Gli spazi occupati sono maggiori.  E’ anche giusto che si conosca, non solo in Italia ma anche all’estero l’area di provenienza di vini come Fiano, Greco e Taurasi   Quale consiglio offre ai giovani imprenditori? Cessare di pensare che il posto fisso sia il futuro, si tratterebbe più che di un sogno di una chimera. Il posto fisso è un qualcosa che appartiene al passato. Oggi l’unica istituzione che può offrire lavoro è l’impresa che investe sul capitale umano. I ragazzi che si propongono alle imprese sono ben accetti.  Si cerca la passione, la voglia di emergere, di imparare, di mettersi in discussione. Negli ultimi anni, ahimè, sono dei sentimenti che avvertono più gli stranieri che gli italiani perché hanno un spiccato desiderio di emergere provenendo da terre più povere. I giovani italiani dovrebbe guardare loro con questo spirito   Però è da dire che le nuove leve sono stanche di sentirsi ripetere la parola meritocrazia quando non esiste Nel privato c’è, altrimenti non si produrrebbe.   Un augurio a se stesso Continuare a costruire impresa e creare occupazione   Un augurio all’Italia E’ un paese vincente, deve scrollarsi di dosso i luoghi comuni e capire che ognuno ha un proprio ruolo. Tutti devono cambiare atteggiamento e rivolgersi al bene comune. Tante gocce scaturiscono un temporale, una sola no.   La citazione che più la rappresenta Tutti siamo utili, nessuno è indispensabile