Sporco e lercio, è bello

giustizia Sporco e lercio, è bello Di Vincenzo Calafiore “ Pensa quanto bello sia, avere le mani callose e la pelle bruciata dal sole, quando la sera torni con la zappa in spalla a casa, stanco e sudato. Pensa quanto onore hai e quanto ne dai porgendo le tue mani, facendo una carezza alla testa, perché tutto quel che hai è lì in quelle mani storte e callose che portano a casa il guadagno del tuo duro lavoro!“ ( Vincenzo Calafiore – Le mie mani – 1968 ) Era un lungo monologo scritto sui banchi di una scuola serale, recitato con quella mia voce sgraziata, poi nei momenti in cui perdevo la fiducia e il coraggio in me stesso; era per me, una specie di credo che recitandolo mi rimette ora come allora in carreggiata, e mi fa capire quanto difficile sia da sempre stato riacquistare – l’onore -, la propria dignitosa onorabilità, una volta persa. Ma cosa è questo – onore- di cui poco se ne parla e poco lo si pratica? Il termine onore è usato ad indicare un sentimento che comprende la reputazione, l’autopercezione o l’identità morale di un individuo o di un gruppo. In generale, poste di comune condivisione talune regole comportamentali nell’ambiente di riferimento, l’onore corrisponde al diritto di rispetto da parte degli altri come conseguenza premiale del contemporaneo dovere di rispetto degli altri. Nel concetto di rispetto sono da includersi anche regole che impongono l’obbligatorietà del sacrificio in presenza di determinate situazioni di difficoltà proprie od altrui. In alcune culture il concetto originario d’onore si è ridotto a vera pretesa di rispetto, ad esigenza di rispettabilità. Mio padre sin dall’età della ragione inculcò nella mia testa dura questo sacro principio e per oggi è le fondamenta sulle poggia la mia esistenza; non c’è giorno o momento in cui qualsiasi atto che io faccia che non venga preceduto da questo ordine sacrale. In passato l’onore era una regola comportamentale, figurava abbondantemente come un principio guida della società in tutti i suoi strati, funzionando come parte fondante del codice d’onore. L’onore di un uomo, quello di sua moglie, quella della sua famiglia ( di sangue ) costituivano una questione importante in ogni sfaccettatura: l’archetipo dell’uomo d’onore nel suo significato originario restava sempre in guardia contro insulti effettivi o solo sospettati, e in ogni caso avrebbe impugnato il suo onore. Quel che vomita la Kloaca Maxima “romana” in questi giorni è qualcosa di orribile, il peggior crimine che un uomo possa aver commesso ai danni della Società SPQR ! Vorrei chiedere a questi uomini di così elevato senso dell’onore: ma come ti sei sentito a sera quando ti sedevi a tavola assieme ai tuoi figli ignari dei tuoi sporchi traffici, delle tue ruberie? Ma come ti sei sentito quando nudo come un verme perché tale sei, ti sdraiavi accanto alla tua donna per farci l’amore? E non dirmi che lei non sapesse nulla!? Tu assieme alla tua cricca di ladri, non ti sei macchiato solo di quel delitto: il furto; ma hai nel contempo ucciso i tuoi figli che ti odieranno, e proveranno vergogna di essere stati allevati da un uomo come te indegno di essere chiamato e considerato “ padre”. Tu sei tutto tranne che padre, di più, sei un ladro miserabile, che si è arricchito sulla pelle di uomini e donne, bambini, fai schifo. Non c’entra se sei di destra o di sinistra, quel che conta sono i tuoi sporchi traffici, la corruzioni, il movimentare un fiume di denaro da dividere e da usare per corrompere e ingrassare altre persone come te buoni solamente per il male affare. Ma la cosa più assurda è la faccia tosta di dichiararsi innocenti o di dire “ non posso parlare, perché cadrebbe il governo “ parla e fallo cadere questo governo che ci è stato imposto! Forse molti di noi pensano e sperano necessariamente in processi rapidi non per sbattere in galera, ma per fucilare te e la gente come te, topi di fogna, abituata a rubare, gente senza onore e senza dignità, indegna di stare in una società come la nostra, ancora di sani principi, capace di grandi sacrifici e che ancora purtroppo ritiene d’essere democratica. Costretta ogni giorno sin dal mattino fino a notte ad ascoltare telegiornali che parlano di scandali e di morte, di violenza, di falsa democrazia. Forse siamo talmente esasperati, talmente nauseati che non prestiamo più attenzione, tanto da fregarcene costretti dall’impotenza dei governi e della giustizia che continuamente mette in libertà gente che si è macchiata di gravi delitti; mentre contrariamente è capace di sbattere in galera e tenercela, uno che ha rubato una bistecca per mangiare, o salassare per uno scontrino non rilasciato. Mettendo ipoteticamente questi delitti sui due piatti della bilancia ( della giustizia) pesano più gli ultimi. C’è qualcosa che non va, almeno si potrebbe evitare di prenderci tutti per il culo!