Josh Smith, personale dell’artista americano a Macro Testaccio di Roma

Macro Testaccio prosegue il suo progetto di divulgazione dell’arte americana delle ultime generazioni – dopo la collettiva New York Minute nel 2009 e la personale di Sterling Ruby nel 2013 – ospitando la personale dell’americano Josh Smith, la prima in Italia.

La ricerca di Josh Smith si fonda su tecniche come la pittura su carta, il collage, l’incisione e l’edizione di libri d’artista, che Smith considera a tutti gli effetti delle opere in sé. La mostra è concepita come un’antica quadreria, con un centinaio di dipinti dello stesso formato, realizzati per l’occasione, che ricostruiscono la multiforme personalità dell’artista, attivo dal 2003.

Partendo da una riflessione legata al proprio nome, l’artista produce una serie di opere, utilizzando tecniche diverse, dall’olio all’acrilico, dall’acquarello all’incisione, costruendo dei veri e propri assemblaggi di forme e colori, spesso ispirate ad immagini o a tematiche figurative. Spesso la sua ricerca sii è soffermata sul rapporto tra autorialità e serialità attraverso le serie dei Name Paintings- speculazioni formali attorno ai caratteri J,O,S,H,S,M,I,T e H -, gli Abstract paitings, i Collages e iPalette Paintings, eseguiti con un procedimento legato alla pulizia dei pennelli. Opere realizzate negli ultimi sei anni, dal 2009 al 2015 (di cui un importante nucleo inedito) che risentono di una tradizione astratta che ha origine negli anni Ottanta, in linea con artisti come Terry Winters, Albert Oehlen e Christopher Wool, tra i primi a spingere il gesto pittorico verso una produzione seriale. Gli Stage paintings, con la loro struttura minimalista si accompagnano ad un centinaio di sgabelli da bar, suddivisi tra i due padiglioni, che permettono ai visitatori di sedersi per cogliere con più attenzione i dettagli dell’arte di Josh Smith.

Energia cromatica e energia gestuale nelle opere di Smith risentono dei maestri dell’arte statunitense, da De Kooning a Guston fino a Schnabel o Basquiat, ma non mancano i riflessi dei suoi studi sulla storia dell’arte europea, con riferimenti a Paul Cezanne o Kurt Schwitters. Studioso di grafica e di editoria, ha anche dedicato una parte importante della sua produzione alla creazione di libri d’artista.

Josh Smith – Nato nel 1976 a Knoxville nel Tennessee, dopo molte collettive e personali negli Stati Uniti e in Europa, nel 2011 ha partecipato alla Biennale di Venezia ILLUMInazioni, invitato da Bice Curiger. Ha esposto alla Saatchi Gallery di Londra, alla Luhring Augustine di New York, da Eva Presenhuber a Zurigo e da Massimo De Carlo a Milano. Sul suo lavoro hanno scritto curatori internazionali come Massimiliano Gioni, Francesco Bonami, Hans Ulrich Obrist, Bice Curiger, Roberta Smith.

La mostra, curata da Ludovico Pratesi, è promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo di Roma – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali in collaborazione con la Galleria Massimo De Carlo, Milano.