Roma, buono casa alle prime sei famiglie addio residence

Diviene realtà il buono casa che il Campidoglio ha introdotto per chiudere il capitolo dei residence: il sindaco Ignazio Marino, l’assessore alle Politiche Sociali Francesca Danese e il presidente della Commissione Patrimonio, Pierpaolo Pedetti, hanno ricevuto sei tra le prime famiglie che hanno lasciato i residence, scegliendo una nuova casa grazie al bonus di Roma Capitale (fino a 800 euro al mese).

Con l’occasione è stato fatto il punto sulla chiusura progressiva dei 30 residence che ospitano a Roma le famiglie in emergenza abitativa: tre sono stati riconsegnati, altri due lo saranno entro fine maggio. Enorme la cifra impegnata per sostenere l’affitto dei residence: “quasi 40 milioni di euro per 1.800 faniglie”, ha ricordato il Sindaco. “Il solo residence di Pietralata, chiuso il 28 febbraio, ospitava 38 famiglie per un costo di 1,76 milioni di euro all’anno; e all’Infernetto, chiuso anche quello, pagavamo 3.900 euro per ogni appartamento”. E si tratta in molti casi, ha sottolineato Marino, di “luoghi che sotto il profilo igienico-sanitario sono veri e propri lager, non compatibili con la dignità che ogni persona deve avere”. Un sistema “partito con intenzioni positive nel 2005”, ha proseguito il Sindaco; che poi, nel tempo, “ha prodotto un mostro, dato che immobili in condizioni non dignitose sono stati affittati a cifre totalmente fuori mercato con soldi pubblici”. Imboccata fin dal 2013 la via contraria, ora “tutti i contratti in scadenza sono stati interrotti” e chi “ci viveva può scegliersi una vera casa”.

Intanto al Campidoglio sono arrivate 446 domande, di cui 300 sono state giudicate idonee. E chi accede al buono casa, ha ricordato l’assessore Danese, “può tranquillamente proseguire l’iter per avere una casa popolare”.