Londra come Roma, dal 7 maggio un Parlamento senza una maggioranza definita

Giovedì prossimo la Gran Bretagna potrebbe piombare in una situazione politica di incertezza. Ad oggi il 40% degli elettori, secondo un ultimo sondaggio, non hanno ancora deciso chi votare.E’ la fine dell’alternanza tra conservatori e laburisti.

Le elezioni del 7 Maggio, stando a tutte le rilevazioni, non riusciranno a fornire alla Gran Bretagna una chiara maggioranza di Governo. L’ipotesi più accreditata è che giungano in Parlamento tanti partitini. Gli ultimi sondaggi confermano lo strettissimo testa a testa tra i Conservatori del primo ministro David Cameron e i Laburisti di Ed Miliband. Gli indecisi sarebbero attorno al 40% e la differenza percentuale tra i due partiti è talmente piccola che viene dato per scontato che nessuno avrà i numeri per fare da sé e servirà una coalizione (una grossa coalizione, forse grossissima) per mettere un Premier a Downing Street e dargli il timone dell’esecutivo. Ci sarebbe un leggero vantaggio dei Conservatori sui Laburisti: il 35% contro il 30%. Ma altri sondaggi predicono l’esatto contrario e tutti potrebbero rivelarsi inesatti perché le differenze sono al di sotto del margine di errore. I bookmakers ritengono che il partito di Cameron, i Tory, avrà un po’ più seggi del Labour (276 contro 267, pare), ma che alla fine sarà Ed Miliband, i leader dell’opposizione, a formare il Governo diventando primo ministro.

Un Governo guidato dai Labouristi sarebbe un esecutivo di minoranza che per ottenere la fiducia in Parlamento dovrebbe accordarsi con il fortissimo Scottish National Party, con gli indipendentisti del Galles e probabilmente con i Liberali ora in maggioranza con i Conservatori.

I nazionalisti scozzesi potrebbero fare la voce grossa, imporre al Premier quasi tutto, l’aumento della spesa pubblica, la rinuncia ai sottomarini nucleari, la loro quasi autonomia totale dall’Inghilterra e anche un nuovo referendum sull’indipendenza di Edinburgo da Londra.