Petrolio e ambiente, tavola rotonda a Potenza

La Basilicata ha scelto di abbracciare la sfida del petrolio con gli accordi del 1998 con Eni e quelli del 2006 con Total. L’attuale governo regionale, dal canto suo, ha respinto nell’ultimo anno tutte le istanze di nuovi permessi di ricerca giacenti presso gli uffici, tranne una inclusa negli accordi del 1998. E’ questa in sintesi la posizione della Regione, rappresentata dal presidente e rimarcata ieri nel corso della tavola rotonda sul tema “Innovazione e tecnologia: Nuove frontiere nella salute dei cittadini – Petrolio Ambiente Salute – Attività estrattiva e sicurezza”, promossa dal Lions Club -Club Potenza Host Distretto 108 Ya Italy. Un incontro – si è evidenziato – il cui scopo è quello di assumere, sull’attività estrattiva effettuata in regione, le informazioni utili a chiarire quali sono i controlli ed i monitoraggi che vengono effettuati, quale lo stato dell’arte, i progetti futuri e le utilità economiche. Sgombrato il campo da convinzioni erronee, come quella della presenza sul territorio di 300 pozzi, e riaffermati alcuni dati corretti (59 pozzi previsti nell’ambito dell’accordo con Eni del 1998, ridotti a 46 nel 2005, di cui 40 realizzati e 27 in produzione), è stata illustrata l’attività che la Regione Basilicata sta mettendo in capo per utilizzare al meglio le risorse provenienti dalle royalty. Tra i risultati già ottenuti, l’estromissione della Liguria e del Veneto dalla card benzina, la sperimentazione del reddito minimo di inserimento e l’utilizzo di parte dei fondi disponibili per politiche attive del lavoro. Inoltre l’Amministrazione sta lavorando per incrementare il ritorno economico derivante dall’attività estrattiva locale, ottenendo il 30 per cento delle tasse che le multinazionali degli idrocarburi pagano allo Stato. Quanto al tema dell’art 38 dello Sblocca Italia, questione sollevata durante il dibattito, la Regione ha preferito non impugnare la legge davanti alla Corte Costituzionale, ma ha avviato un serrato confronto con il governo che alla fine ha premiato. E’ prevalsa infatti l’ interpretazione della Basilicata, ovvero che fino alla definizione del piano delle aree le competenze rimangono in capo alle Regioni. La tutela dell’ambiente e della salvaguardia della salute umana sono prioritarie per la Regione, a tal proposito si sta accelerando per la riforma della legge istitutiva dell’Arpab (Agenzia regionale per la Protezione dell’Ambiente), in modo da rendere l’Agenzia più autonoma e all’avanguardia dal punto di vista tecnologico, così da garantire controlli sicuri sulla qualità dell’ambiente e sui pericoli per i cittadini. Durante l’incontro sono stati illustrati, tra gli altri, il progetto di monitoraggio ambientale realizzato in Val d’Agri, il registro tumori della Basilicata, il protocollo sanitario a cui sono sottoposti i dipendenti del Centro Oli di Viggiano e le tecniche di monitoraggio da satellite della Val d’Agri messe in campo dall’Università della Basilicata.