La mostra collettiva Overpainting di scena a Milano

Sarà inaugurata venerdì 10 aprile 2015 alle ore 18.30, presso The Lone T Art Space di Milano in Via Senato, 24, la mostra collettiva dal titolo: “Overpainting”, con opere di Peter Beard, Christo, Youssef Nabil, Shirin Neshat, Luigi Ontani, Arnulf Rainer. L’evento, curato da Carlo e Paolo Repetto, che ce lo presentano così: “Con questa mostra, la The Lone T Art Space rende omaggio ad un nuovo genere, una nuova idea tecnica, in una drammatica e felice commistione, attraverso alcune opere di nove importanti artisti del secondo Novecento. Storicamente distinte e talvolta contrapposte, la fotografia e la pittura, la tecnica e l’artigianato, già a partire dalla fine dell’Ottocento, hanno cercato un dialogo, un confronto, una difficile unione. Alcuni grandi pittori impressionisti come Manet, Degas, Monet, collezionarono fotografie; e la loro prima esposizione, com’è noto, fu ospitata nello studio di Nadar. Da sempre, dunque, un rapporto intimo e difficile, amichevole e conflittuale. A partire dalla seconda metà del Novecento, soprattutto con l’opera di Peter Beard, Christo, Youssef Nabil, Shirin Neshat, Luigi Ontani, Arnulf Rainer, Gerhard Richter e Mario Schifano, questo incontro si fa più stretto, e le ricchezze dell’olio e le trasparenze dell’acquerello, i graffi delle matite e i geroglifici del pennarello, hanno saputo mescolarsi ed unirsi ad una fotografia, a più immagini. Da una parte l’introspezione e l’ironia del ritratto, del volto, del gioco dell’auto rappresentazione – ora leggera ora tragica, ora sensuale ora drammatica – spesso decorata dalle sottigliezze dell’acquerello (Nabil, Neshat, Ontani, Rainer) libere pagine di diario, luoghi, visioni, memorie; dall’altra la natura, il paesaggio, le forme del nostro esterno, più spesso sottolineate dagli spessori dell’olio (Beard, Christo, Kiefer, Richter); altre volte, più tecniche e materiali diversi: dalla matita al pennarello, dall’inchiostro alla resina al fango al sangue, in sottili alchimie, in arabeschi di felicità o disperazione – come testimonianza o come denuncia – intrecciati agli oggettivi cieli della fotografia.” Con l’occasione citiamo anche l’intervento di Luca Massimo Barbero, che ne ha curato il catalogo: “La storia ci insegna che sin dagli esordi, pittura, segno, immagine e creazione si muovevano parallelamente, intersecando manualità e meccanica in modo quasi segreto, nascosto. Da subito, alla nascita delle prime immagini della protofotografia, si è cercato di giungere, aggiungere colore. Da subito gli artisti hanno individuato nella fotografia la capacità di fermare la verità ‘più vera’, l’immagine messa a giusta distanza ed eternata. È un rapporto ibrido quello tra pittura/colore e fotografia, da subito”. Concludiamo col dire che la collettiva rimarrà visitabile fino 15 maggio 2015 da lunedì a venerdì con orario 10.00-13.00 e 14.30-19.00. Maurizio Piccirillo