Germanwings, è stato il co pilota Andreas Lubitz a far schiantare l’aereo e causare 150 vittime

È stato un atto deliberato del copilota dell’airbus della Germanwings a dirigere l’aereo in discesa fino allo schianto sulle alpi francesi. Lo ha rivelato il procuratore di Marsiglia, Brice Robin, secondo il quale il tedesco Andreas Lubitz, originario di Montabaur, 28 anni, dopo essere rimasto solo in cabina di pilotaggio avrebbe attivato i comandi per la discesa aggirando anche i tentativi dei computer di correggere la rotta.

Germanwings

Una manovra che mostra la volontà deliberata di distruggere l’aereo, ma che non sarebbe dovuta ad un atto terroristico.

I passeggeri si sono accorti solo all’ultimo di quello che stava succedendo e si sono messi a urlare. La morte è stata istantanea. Serviranno intanto 15 giorni per recuperare i corpi.

“Dobbiamo accettare che l’aereo sia stato fatto precipitare di proposito”. Lo ha detto in conferenza stampa l’amministratore delegato della Lufthansa, la compagnia tedesca a cui fa capo la compagnia low cost, Carsten Spohr. “Quando una persona trascina con sè nella morte altre 149 persone, non è suicidio, è un’altra cosa”, ha aggiunto il presidente di Lufthansa.

Il copilota è “rimasto solo” in cabina e ha “attivato i bottoni per azionare la discesa dell’aeroplano”, ha spiegato il procuratore di Marsiglia. “Sembrava vivo fino al momento dell’impatto”, ha precisato. Ai comandi dell’aereo caduto sulle Alpi francesi c’era il copilota e, stando ai dati recuperati dalla scatola nera, era vivo al momento dell’impatto, ha detto ancora il procuratore. “Il copilota è di nazionalità tedesca e non è segnalato come possibile terrorista”, ha poi aggiunto il magistrato. Alla richiesta di quale origine etnica fosse l’uomo, il procuratore non ha saputo rispondere, escludendo per il momento la pista terroristica. Dall’audio estratto dalla scatola nera ritrovata nel luogo dell’incidente dell’Airbus della Germanwings si sente inizialmente “il capitano di bordo preparare il briefing in vista dell’atterraggio a Dusseldorf”, secondo la ricostruzione fatta ai giornalisti dal procuratore di Marsiglia. “Il comandante chiede al copilota di prendere i comandi, le risposte del copilota sembrano laconiche, poi si sente il rumore del sedile che indietreggia e la porta che si chiude. Possiamo pensare che il comandante sia uscito per un bisogno personale”. “A questo punto quando è solo al comando, il copilota manipola i bottoni del flight monitoring system per azionare la discesa dell’apparecchio. L’azione su questo selezionatore di altitudine – osserva ancora il procuratore francese, ricordando che l’azione avviene quando il velivolo è ancora ben lontano dalla fase prevista per l’atterraggio – può essere solo volontaria”. Si sentono quindi “diversi appelli del comandante di bordo per chiedere l’accesso alla cabina di pilotaggio, non arriva nessuna risposta da parte del copilota. Si sente un respiro umano all’interno della cabina fino all’impatto finale”. L’ipotesi tratteggiata dal procuratore conferma le indiscrezioni riportate dal New York Times. Nella sua ricostruzione il quotidiano americano fa riferimento, garantedo l’anonimato, a uno degli esperti, un militare, della commissione d’inchiesta che ha ascoltato il file estratto dalla scatola nera. Secondo il tecnico, appena l’Airbus decollato da Barcellona e diretto a Dusseldorf si è stabilizzato alla quota di crociera, poco più di 9 mila metri, uno dei due piloti ha lasciato i comandi e ha raggiunto la fusoliera dove i passeggeri avevano appena avuto la possibilità di slacciare le cinture di sicurezza. Dal decollo erano passati poco più di 25 minuti e l’equipaggio stava cominciando a servire bevande e snack.

Secondo quanto riferisce il Nyt, fino a quel momento le conversazioni registrate dalla scatola nera sono nella norma. Poi però il tono della voce del pilota all’esterno della cabina di pilotaggio cambia bruscamente e ciò avviene quando l’uomo non riesce a rientrare a fianco del collega.

Secondo la fonte del quotidiano americano, il pilota, forse allarmato dalla discesa avviata dall’aereo, cerca con tutte le maniere di farsi aprire: urla, batte i pugni, ma senza successo. Quella porta è blindata e può essere manovrata solo dall’interno, proprio per impedire attacchi ai piloti. In realtà, se chi è all’interno della cabina aziona il comando lock, la porta può essere aperta anche dall’esterno con un codice, ma solo dopo almeno 20 minuti. La discesa dell’aereo invece è durata circa 8 minuti.