Crotone, reparto neonatale, l’assessore Giungata: un errore averlo soppresso. Il nuovo Commissario Scura metta ordine nella sanità

antonella giungataLa Sanità Nazionale, ancora di più quella calabrese, non gode ottima salute. Le cronache che parlano di malasanità sono all’ordine del giorno specie a proposito di neonati. Crotone figura nell’elenco della sanità che andrebbe riorganizzata per rimettere un po’ d’ordine in quei reparti che su proposta del passato Governo regionale sono stati accorpati ad altri reparti o divenuti day hospital (oculistica). Per quanto concerne il reparto neonatale, l’assessore alla cultura del comune di Crotone, Antonella Giungata, continua a sollecitare una più attenta riflessione al nuovo Commissario alla Sanità crotonese, Massimo Scura, in modo particolare per quanto riguarda il ripristino del reparto neotale. In Italia sono decisamente troppi i casi di cronaca che negli ultimi giorni raccontano di neonati deceduti per carenza di posti nelle strutture di terapia intensiva neonatale. Reparti che probabilmente non godono della giusta attenzione perché chi dovrebbe riceverne le cure non ha ancora la capacità di far valere i propri diritti. “È un problema – afferma l’assessore Giungata – già abbondantemente sollevato anche nella città di Crotone, dove da tre anni ormai, oltre all’accorpamento dei reparti di pediatria e neonatologia, grida ancora giustizia la soppressione ingiustificata della TIN (terapia intensiva neonatale), un servizio che per Crotone rappresentava un’eccellenza ad alta professionalità acquisita dal personale medico e paramedico, tanto da vantare un tasso di mortalità neonatale ben al di sotto degli standard regionali, dati che si attestavano sui livelli nazionali. Crotone, è bene ricordarlo, era punto di riferimento per le emergenze e non solo in Calabria. In precedenza avevo definito la decisione di sopprimere la Tin a Crotone un esperimento fallito. A distanza di un anno rivendico con forza quell’affermazione, che non è solo mia ma è supportata dai numeri”. Crotone non solo non vanta più un’eccellenza nel campo della Sanità ma vede una sostanziale flessione nel numero dei parti, considerato che in casi di gravidanze a rischio la scelta su dove far nascere i neonati, per ovvie ragioni, non ricade più sul San Giovanni di Dio. “La situazione crotonese – afferma ancora l’assessore Antonella Giungata – si ripercuote anche sulle altre realtà regionali: le strutture di Catanzaro e Cosenza sono praticamente al collasso, e nell’impossibilità di sopperire a tutte le emergenze, si determina spesso lo spostamento dei piccoli prematuri in strutture fuori regione, con un aggravio di costi non indifferente. È anche per questo che la nomina del Commissario alla Sanità in Calabria avrebbe dovuto essere tra quelle scelte fatte in tempi rapidi”. La nomina fatta dal Consiglio dei Ministri pochi giorni fa di nominare l’ingegner Massimo Scura a Commissario della Sanità calabrese è vista da tutti i calabresi come l’inizio di una nuova era per il sistema sanitario della Regione non basandosi solo sulla freddezza dei numeri. L’auspicio ovviamente, anche per l’impegno a verificare la situazione del reparto di Pediatria Neonatologia a Crotone assunto sia dalla Ministra alla Sanità, Beatrice Lorenzin, che dal Presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, è quello di procedere verso il ripristino di quella struttura fondamentale che è la TIN, della quale ci si ricorda solo quando qualche piccolo perde la vita, come è accaduto purtroppo qualche settimana fa in Sicilia. E si pensi che la Sicilia conta 114 posti letto di Terapia intensiva neonatale contro i 12 della Calabria è quanto dire Il tempo perso può essere recuperato, per garantirne il “diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo”, così come recita l’articolo n. 6 della Convenzione sui diritti dell’infanzia recepita anche dall’Italia nell’ormai lontano 1991.