Sanità, 90 posti letto in meno, i lucani non si fidano

“Novanta posti letto in meno nelle strutture sanitarie regionali. Questo è quello che è emerso giovedì scorso, 12 marzo, nella quarta Commissione durante le discussione sulla delibera della Giunta che approva gli ‘Standard delle strutture complesse, semplici, incarichi di coordinamento e posizioni organizzative delle Aziende sanitarie della Regione Basilicata’ (delibera n. 205/2015). Il motivo dei tagli è il saldo negativo di ‘mobilità sanitaria interregionale per le prestazioni di assistenza sanitaria’. In altre parole in Basilicata sono più le persone che si curano fuori regione rispetto a quelle che vengono a curarsi qui da noi. Questo ci costa ben 31.020.000 di euro. E ci costa anche la perdita di 90 posti letto sui 2.141 che esistono in Regione. E’ come se sparissero, dall’Ospedale San Carlo, tutt’insieme: Cardiochirurgia (34 posti letto), Neurochirurgia (22 posti letto), Traumatologia (24 posti letto) e quasi tutto il reparto di Reumatologia. Oppure è come se scomparissero i 2/3 dell’Ospedale di Lagonegro che conta circa 147 posti letto. Insomma 90 posti letto in meno, in una Regione come la nostra, sono tanti. E tutto per colpa della mancanza di fiducia dei lucani nelle strutture lucane”. Così il capogruppo di Lb-Fdi in Consiglio regionale, Gianni Rosa, commenta la discussione avuta giovedì scorso in quarta Commissione sugli standard delle strutture sanitarie in Basilicata.

“Senza voler addossare la colpa a qualcuno in particolare – aggiunge l’esponente di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale -, bisogna però dire che ci sono delle responsabilità se gli ospedali lucani non sono attrattori di utenti ma anzi fanno scappare anche quelli che dovrebbero essere i primi fruitori delle strutture lucane. Probabilmente, in primis, è responsabile la politica, che, rapace ed ingorda, riesce a fare spartizioni di potere anche sulle nomine nella sanità anziché pensare all’interesse collettivo. In secondo luogo, responsabilità le ritroviamo anche in quei dirigenti, direttori, primari (e chi ne ha più ne metta) che, non si sa se perché forti della protezione del patronus politico di turno o se perché sono semplicemente inadeguati, si ritrovano a gestire malamente reparti e dipartimenti senza nessuna prospettiva, senza nessuna volontà di migliorare. Insomma quelli del ‘tirare a campare’”.

“Intanto, però, alla povera Lucania, per colpa di qualcuno che non fa il proprio dovere – conclude Rosa -, vengono sottratti 90 posti letto per i malati. Intanto i lucani non si fidano e vanno a ricoverarsi fuori regione. Intanto, invece di ‘punire’ chi ha causato questo disastro, ovvero chi ha reso inaffidabile e poco credibile la sanità lucana, la politica lucana soccorre i suoi ‘amici’ e consente che l’adeguamento avvenga, non immediatamente, ma con calma, tra quattro anni. In altre parole, anziché rimuovere chi non raggiungere determinati standars, li si ‘accompagna’ alla scadenza contrattuale o magari alla pensione. La Lucania merita di più di questi personaggi che altro non sanno fare che pensare ai propri interessi e mai a quello dei cittadini”.