Catania, nuovo appuntamento con la Compagnia Odèon

FOTO COMPAGNIA COMPLETA_“Questa volta proponiamo una commedia particolare con situazioni comiche, ma che offrono spunti di riflessione”. Spiega così Rita Nicotra, direttore artistico della Compagnia Odèon, per presentare “I morti non pagano le tasse”, tre atti di Nicola Mannari, traduzione e riadattamento della stessa Nicotra, in programma sabato 14, alle ore 17,30 e 21,30 e domenica  15, alle ore 17,30 e 21,15, al Teatro Don Bosco di Catania.

La vicenda, ambientata negli anni 50, per i suoi contenuti, assomiglia a quella attuale (o questa attuale che assomiglia a quella di allora, insomma sempre la stessa Italia), impiegati che non lavorano, dirigenti inutili, politici corrotti, debiti, sfratti e un mucchio di tasse da pagare. C’è poi la burocrazia e la legge che, se dice che sei morto, lo sei anche se sei vivo.

E’questa la vicenda del Rag. Marco Vecchietti, modesto impiegato statale, trascinato da una vita grama, fra gli scherzi feroci dei colleghi, i rimproveri della moglie e della suocera, donna prepotente di mezza età, con la mania del lotto e dei bei vestiti, e le strane bizze del destino.

Sommerso dai debiti e dalle continue minacce di sfratto da parte della padrona di casa, il ragioniere vede respingersi la domanda per ottenere un appartamento, poiché risulta che “il Marco Vecchietti è morto da dieci anni“. Quindi, dato per morto dall’anagrafe, si rifugia nel suo paese natale, dove scopre i loschi motivi della sua “dipartita” ma, essendo ricercato per evasioni fiscali e, malgrado le sue proteste, il povero ragioniere dovrà scontare le colpe altrui.

Lo spunto “pirandelliano” si perde presto a favore di una commedia brillante che mette alla berlina i tabù dello strapaese: la morte, gli “eroi”, il fisco.

Sul palco Sebastiano Finocchiaro, Rita Nicotra, Nerina Nicotra, Lucia Messina, Enzo Grasso, Bartolo Giavatto, Giuseppe Caponnetto, Giancarlo Puglisi, Angela Ursino, Claudio Jacobello, Bruno Grillo, Sergio Borsellino, Antonella Ferito e Maria Cardì. Regia Carlo Bellante.