Padova, nel cinema Ducale si prostituivano minorenni romeni

La maggior parte degli uomini trovati nel cinema durante il blitz della Squadra giudiziaria di polizia municipale del 24 novembre 2012 era lì per fare sesso. A prostituirsi erano dei ragazzi romeni, che andavano e venivano liberamente senza pagare il biglietto. Per il pubblico ministero Vartan Giacomelli i gestori del cinema erano a conoscenza del giro di prostituzione di questi ragazzi, tutti giovanissimi provenienti da una delle regioni più emarginate della Romania. Il pm Vartan Giacomelli ha mandato a giudizio i due gestori del locale. Sono Christiano Barnard Biselenge, trentatreenne, originario del Congo, residente a Selvazzano, in via Piave 28, e Aime Karim Bamba, quarantaseienne della Costa d’Avorio, residente in via Pontevigodarzere 12, entrambi difesi dall’avvocato Filippo Marotta. Secondo l’accusa i due tolleravano e favorivano la prostituzione durante la proiezione di film a luci rosse. Consentivano ai ragazzi di entrare gratuitamente nel cinema per adescare i clienti. Sapevano e tolleravano che in sala e nei bagni avvenissero rapporti sessuali a pagamento tra gli spettatori e i ragazzi stranieri che loro lasciavano passare gratuitamente. Fornivano le chiavi del locale caldaia ai ragazzi per rifornirsi di carta igienica.

Il blitz della polizia municipale era scattato alle 5 del pomeriggio del 24 novembre 2012. Gli agenti avevano trovato nella sala una quarantina di uomini non solo di Padova, ma anche di Venezia e Vicenza. Tra i clienti c’era anche un ottantenne. In sala c’erano cinque ragazzi stranieri che consumavano rapporti sessuali con gli spettatori. La prostituzione nel cinema a luci rosse Ducale era pubblicizzata in un sito internet. Il cinema era stato posto sotto sequestro.