Milano omaggia Gianfranco Ferré con una mostra dedicata all’architetto della moda

SailorGlamA 8 anni dalla scomparsa di Gianfranco Ferré, Milano rende omaggio alla memoria e alla creatività di uno dei creatori del Made in Italy della moda internazionale con “La Camicia Bianca Secondo Me. Gianfranco Ferre’. La mostra, promossa dal Comune di Milano (assessorato alle Politiche per il Lavoro, Moda e Design e assessorato alla Cultura), organizzata e prodotta da Palazzo Reale e Fondazione Gianfranco Ferré, in collaborazione con la Fondazione Museo del Tessuto di Prato, è curata da Daniela Degl’Innocenti: aprirà i battenti dal 10 marzo al 1 aprile e sarà ospitata nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale. “La mostra rappresenta un omaggio della città a un grande interprete della moda italiana e al suo stile inconfondibile. Uno stile che ha sempre escluso gli eccessi, legando la creatività a punti di riferimento precisi e sicuri sia nelle forme, sia nei materiali e nei colori – spiega l’assessore alle Politiche per il Lavoro, Moda e Design Cristina Tajani -. Un’esposizione utile soprattutto ai tanti giovani che si apprestano a muovere i primi passi nel mondo della moda che possono apprendere un’autentica lezione di stile e creatività per continuare la grande tradizione del Made in Italy”.

“La moda è spesso in grado di interpretare e anche di anticipare non solo le tendenze ma anche i grandi cambiamenti che attraversano la nostra società – ha detto Filippo Del Corno, assessore alla Cultura-. E i grandi stilisti come Ferré sono i veri interpreti di questa sensibilità che si traduce non solo nella bellezza dei vestiti ma soprattutto nella capacità di creare uno stile in grado di incidere profondamente nell’immaginario e di influenzare il costume e, a volte, il modo di vivere delle persone”.

Concepita con l’intento di mettere in luce la poetica sartoriale e creativa di Gianfranco Ferré, la mostra conduce il visitatore attraverso diverse forme di lettura, alla scoperta della camicia bianca, vero e proprio paradigma dello stile Ferré, evidenziandone gli elementi progettuali più innovativi e le infinite, affascinanti interpretazioni. Presenza costante che corre come un fil rouge lungo tutta la sua carriera, la camicia bianca è stata definita dallo stesso stilista “segno del mio stile” oppure “lessico contemporaneo dell’eleganza”. Il percorso espositivo gioca con la suggestione e la valorizzazione di elementi diversi, a corollario dei capi indossati su manichino: disegni, dettagli tecnici, bozzetti, fotografie, immagini pubblicitarie e redazionali che raccontano lo stile dell’architetto della moda.

Il cuore della mostra vive nel centro della grande Sala delle Cariatidi, dove le ventisette camicie bianche, piccolo esercito di capolavori sartoriali, testimoniano silenziosamente vent’anni di genialità creativa e progettuale. Esposte rispettando la cronologia della loro nascita, le camicie sono sculture bagnate da luce pensata per consentire al bianco di accendersi in diverse tonalità e alle ombre di fare da contrappunto, per ottenere un suggestivo effetto plastico. Taffetà, crêpe de chine, organza, raso, tulle, stoffe di seta o di cotone, merletti e ricami meccanici, impunture eseguite a mano, macro e micro-elementi si susseguono in un crescendo di maestria ed equilibrio.

Ai lati della grande sala espositiva sono presenti disegni tecnici, bozzetti, scatti di grandi maestri della fotografia, immagini pubblicitarie e redazionali provenienti dall’Archivio della Fondazione Ferré.

A chiudere il percorso, un sistema di immagini realizzate da Luca Stoppini, che sottolinea ancora una volta come la leggerezza e il movimento aereo siano una precisa chiave di lettura dell’intero progetto.

Edito da Skira, un libro-catalogo, la cui direzione artistica è di Luca Stoppini, accompagna la mostra. Il volume approfondisce i temi dell’esibizione con il saggio introduttivo di Daniela Degl’Innocenti e gli interessanti contributi di personaggi e protagonisti dello stile, della moda e dell’architettura italiana quali Quirino Conti, Anna Maria Stillo Castro, Margherita Palli, Daniela Puppa e Franco Raggi, che raccontano ed interpretano la visione creativa e progettuale del grande stilista-architetto. Chiude un intervento di Alessandra Arezzi Boza sul significato dell’heritage nelle attività della Fondazione Gianfranco Ferré.