Bolzano, testato con successo nuovo modello previsione piene

misure con georadarDal maggio 2015 l’Ufficio idrografico della Provincia dovrebbe adottare un nuovo modello di previsione di piena basato su un sistema che indica la pericolosità dello stato idrologico dei bacini idrografici includendo i dati sulla portata scaricata e turbinata delle grandi centrali idroelettriche. Il modello è stato testato con successo nel progetto Interreg “ClimOpt” giunto a conclusione.

Il management dei pericoli naturali ed i sistemi di allerta preventiva, come fa presente il direttore della Ripartizione Protezione civile e antincendio della Provincia, Rudolf Pollinger, assumono sempre maggiore rilevanza soprattutto nelle aree alpine a fronte dei mutamenti climatici e dell’incremento dei fattori di rischio quali esondazioni, frane o slavine.

In futuro, come spiega il direttore sostituto dell’Ufficio idrografico, Roberto Dinale, non solo l’incremento dell’intensità degli eventi di pioggia ma anche l’interazione di vari fattori potranno indurre ad un inasprimento del pericolo di piena. A tal riguardo ha citato l’esempio delle forti piogge in alta quota cadute nell’agosto 2014 con conseguente allarme piena nell’arco di sole 12 ore. Per tale ragione è strategico conoscere a livello territoriale la capacità di accumulo e d’infiltrazione idrici dei terreni in modo da poter reagire con tempestività in presenza di un incremento dell’intensità delle precipitazioni meteoriche. Un nuovo modello di previsione di piena basato su un sistema che indica la pericolosità dello stato idrologico dei bacini idrografici, tracciati con colori diversi a seconda del pericolo, è stato testato con successo in sottobacini della Val Venosta, della valle di Racines e della Val di Giovo nell’ambito del progetto Interreg “ClimOpt”. Al progetto biennale, che si è appena concluso, hanno collaborato la Provincia di Bolzano tramite l’Ufficio idrografico ed il Cantone svizzero dei Grigioni con l’obiettivo di ottimizzare il management dei pericoli naturali determinati dal clima. 380mila i costi complessivi del progetto, dei quali 290mila solo per l’Alto Adige. Il nuovo modello di previsione di piena basato su un sistema, che indica la pericolosità dello stato idrologico dei bacini idrografici, includerà anche i dati sulla portata scaricata e turbinata delle grandi centrali idroelettriche. In tal modo, come spiega Pollinger, sarà possibile avere un quadro per operare in modo adeguato sapendo dove trattenere e in quale quantità l’acqua e in caso di piena poter adottare le decisioni più adatte per tutelare i territori interessati.

Un altro aspetto preso in esame con il progetto “ClimOpt” è stato il vuotamento improvviso di laghi glaciali che si creano con l’acqua di fusione che può essere causa di eventi franosi e di situazioni di grave pericolo per gli escursionisti in alta montagna. Un evento del genere si era verificato nel 2005 in val Ridanna.