Cosa significa essere In nella Milano del 2015?

È possibile coniugare sviluppo e solidarietà, innovazione e inclusione? Quali politiche intraprendere per una città più innovativa e attenta al lavoro condiviso: spazi, manifattura digitale, economia collaborativa, open data e piattaforme di raccolta fondi? Questi i temi affrontati dal Sindaco di Milano Giuliano Pisapia e dall’Assessore alle Politiche per il lavoro, Sviluppo economico, Ricerca Cristina Tajani in occasione di “Milano è in”, la prima giornata-incontro organizzata dall’Assessorato alle Politiche del Lavoro, Sviluppo Economico, Università e ricerca del Comune con i principali protagonisti dell’economia condivisa, dell’innovazione e della sharing economy presenti sul territorio. Il dibattito si è svolto presso lo spazio Ex Ansaldo di via Tortona 54.

milano inclusione

A conferma dell’attenzione per l’innovazione e l’inclusione della città i dati dell’ultima indagine Unioncamere sulle start-up in Italia. Delle 3200 start up nate nel Paese nel 2014 Milano, con le sue 470 start up, è primo laboratorio nazionale seguito da Roma con 270, Torino 174, quindi Trento e Napoli con 96. È sempre Milano e la Lombardia, a guidare la classifica delle aree che ospitano il maggior numero di start up a vocazione sociale.

“Creare una città in grado di rispondere alle esigenze di chi vuole fare impresa, di chi vuole fare innovazione, di chi vuole avviare nuovi progetti è l’obiettivo che ci siamo dati in questi anni e che abbiamo perseguito con decisione. A Milano – ha dichiarato il Sindaco di Milano Giuliano Pisapia – negli ultimi due anni abbiamo attivato 4 incubatori d’impresa. Tra questi ricordo in particolare Air, dedicato all’economia carceraria e FabriQ, il primo incubatore nato per promuovere e incentivare la nascita di imprese a forte vocazione sociale”.

“Interventi che nascono dalla volontà di valorizzare le specificità e le vocazioni peculiari di tutti i quartieri della città, come abbiamo fatto con progetti specifici alla Bovisa, all’area Tortona-ex Ansaldo, al quartiere   Palmanova. Milano è una città che vuole innovare sempre di più ed è la città più smart d’Italia, come dimostrato dalla classifica di ICity Rate. Questo vuol dire affrontare la crisi con coraggio e dare una spinta innovativa alla ripresa economica”, ha concluso il Sindaco.

“L’esperienza di Milano in materia di nuova imprenditoria, sia tecnologica che sociale, agenda digitale e riuso produttivo degli spazi urbani ci dice che l’innovazione produce inclusione sociale”. Così l’assessore alle Politiche del lavoro e Sviluppo economico Cristina Tajani , che prosegue: “Le esperienze che abbiamo sostenuto e finanziato, infatti, hanno contribuito non solo a generare occupazione e protagonismo dei più giovani, ma anche a restituire alla città spazi in disuso, a creare animazione economica e sociale nei quartieri, a produrre comunità attraverso le piattaforme di economia collaborativa. Entro fine mandato – conclude l’Assessore – saranno 500 nel nuove imprese nate grazie al contributo del Comune e oltre 12.000 i metri quadri di spazi dismessi restituiti alla città per progetti produttivi innovativi e sociali”.

Ingente è stato sino ad oggi l’impegno dell’Amministrazione per favorire la nascita di un “modello Milano” capace di coniugare innovazione e inclusione. Un modello che si realizza attraverso la concessione di spazi appositamente dedicati, il sostegno economico a progetti e imprese, la creazione della prima rete di operatori della sharing economy oltre all’individuazione di esperienze e attori che fanno di Milano un laboratorio unico nell’ambito dell’innovazione sociale, economica, tecnologica, scientifica e culturale.

Sono oltre 12.000 i metri quadri su 5 aree della città , da Tortona ai Navigli sino a Corso Como, che l’Amministrazione ha destinato allo sviluppo di questo nuovo settore, a cominciare da due aree già messe a bando lo scorso anno. L’ex Ansaldo con i suoi 6000 mq ospiterà attività e progetti fortemente legati allo sviluppo della creatività, sia culturale che imprenditoriale, mentre via D’Azeglio doterà la città di un moderno Fab lab e di servizi appositamente rivolti ai nuovi artigiani digitali. Un fenomeno in crescita che oggi chiede spazi per esprimersi. Lo Smart City Lab di via Ripamonti, realtà nata anche grazie ai finanziamenti del Ministero dello Sviluppo Economico, è un’ area di circa 4000 mq dove si potranno incubare imprese innovative ad alto valore tecnologico, con un’area dedicata allo showroom delle tecnologie prodotte, co-working e sala conferenze. In vicolo Calusca e via D’Annunzio nasceranno due aree attigue di 300 mq complessivi per il primo “micro distretto” della sharing economy, una vera e propria “casa dell’innovazione” dove ospitare dibattiti, incontri e momenti di confronto tra operatori e tutti colori che vogliono avvicinarsi al mondo della nuova economia.

Sono oltre 1,5 milioni le risorse messe a disposizione,solo negli ultimi 3 mesi, per far conoscere e sostenere il rinnovamento del modo di intendere il lavoro a cominciare dallo stanziamento di 500mila euro a favore del co-working, 400 per interventi a miglioramento dei 33 spazi attualmente accreditati e 100mila per la creazione di voucher per le spese dei co-worker. Favorito, poi, con 300mila euro lo sviluppo dei Fab lab,i nuovi laboratori artigiani 2.0, per l’acquisto di macchinari e investimenti sulla salute e sicurezza dei makers che vi operano. Infine, 400mila euro per sostenere iniziative imprenditoriali dal basso attraverso le donazioni dei milanesi grazie alla sperimentazione del primo crowdfunding civico che vede il Comune impegnato a raddoppiare le elargizioni che copriranno almeno il 50% degli investimenti per far partire i progetti.

Innovare per il Comune significa anche sostegno all’auto imprenditoria. Sono 318 le start up nate sino ad oggi, 171 solo nell’ultimo anno. Progetti scaturiti dal lavoro dei 5 incubatori che vedono la partecipazione attiva del Comune: FabriQ, Alimenta2Talent, PoliHub, SpeeMe Upe A.I.R (l’acceleratore delle imprese nate negli istituti penitenziari) e ai quali dal 2015 se ne aggiungeranno altri 3 con lo spazio di via D’Azelio, Ex Ansaldo e lo Smart City Lab. Tutto questo si traduce in un investimento complessivo da parte dell’Amministrazione sulle idee dei giovani milanesi pari a oltre 18 milioni di euro.

Grazie a OpenWi-fi Milano, la rete di connessione per navigare gratuitamente e ad alta velocità, l’innovazione passa anche attraverso la tecnologia. Più di 600 access point consentono a 300mila utenti (con 400 nuove registrazioni ogni giorno) di collegarsi alla rete gratuita del Comune per accedere ai suoi servizi gratuiti nonché agli oltre 237 set open data disponibili per cittadini e imprese. Attive anche 30 Isole Digitali presenti in tutte le nove Zone della città.

Il modo tutto milanese di coniugare innovazione e inclusione in vari ambiti ha portato l’Amministrazione a istituire il riconoscimento “Milano In – 30 e lode” .Un premio che intende valorizzare le 30 esperienze che enfatizzano il concetto di sviluppo legato alla condivisione. Un’iniziativa nata per far emergere le realtà più innovative a livello metropolitano e che possono costituire veri e propri esempi replicabili sull’intero territorio nazionale. A questo si affiancherà anche la prima call volta a creare una rete multidisciplinare di docenti e ricercatori universitari che sono impegnati sui temi dell’innovazione, della condivisione e dell’inclusione.