Giuseppe Ducrot scultore espone al Macro Testaccio

StampaInaugura negli spazi espositivi di Macro Testaccio la mostra di Giuseppe Ducrot, una galleria di sculture – dai grandi modelli in resina ai bozzetti in ceramica -, invenzioni in terracotta invetriata, scenografiche forme neobarocche.

Libertà compositiva, contaminazione di stili e di riferimenti all’antico, riletti con sensibilità moderna, raffinatissima tecnica della lavorazione dei materiali: questi i cardini del lavoro di Ducrot e dell’impostazione della mostra, curata da Achille Bonito Oliva.

Scrive Bonito Oliva: “E’ così che nella materia stessa della sua opera, che sia marmo o oro, terracotta o bronzo risuona l’interrogante elaborarsi della forma. Un corpo a corpo sensibile, ma non emotivo, perché ordito da un vigile sistema combinatorio, virtù del compimento e passione del dettaglio”.

Il percorso espositivo è articolato in quattro sezioni – Genius loci, Committenza, Materia, Vanitas – dedicate al processo creativo dello scultore romano.

Il genius loci si concretizza nel rapporto che Ducrot ha maturato negli anni con Roma, mentre lacommittenza pubblica rivela il ruolo fondamentale rivestito nella sua produzione artistica con le opere realizzate per S. Maria degli Angeli, la Basilica di San Pietro, la cattedrale di Noto, tutte documentate da modelli e bozzetti presentati in mostra. La materia costituisce l’elemento attraverso cui Ducrot mostra tutta la sua abilità: scolpisce il marmo, modella l’argilla e la ceramica invetriata, e con la tecnica della fusione a cera persa esegue bronzi di notevole fattura. La serie dei teschi, infine, affronta il tema della vanitas, una riflessione condotta da Ducrot sulla caducità della materia e sulla finitudine dell’esistenza.

In mostra il documentario L’Ultima Nicchia di Chiara Nano dedicato alle fasi di lavorazione del S. Annibale Maria di Francia, statua monumentale in marmo di Carrara collocata in una nicchia esterna della Basilica di San Pietro in Vaticano, la cui lavorazione ha richiesto 4 anni, tra Roma e Pietrasanta.

Giuseppe Ducrot nasce nel 1966 a Roma, dove vive e lavora. La sua carriera artistica inizia con la tecnica della pittura a tempera e del disegno ispirata dall’arte classica della Roma imperiale, la scultura ellenistica, ma anche dalle invenzioni scenografiche del barocco per dare origine a elaborate figure mitologiche e di santi. Nel 1996 realizza il busto di Marco Aurelio giovane per la facciata del Museo Borghese a Roma e l’Erma di Ninfa per piazza Capo di Ferro. Nell’anno del Giubileo, il 2000, realizza un programma decorativo per la cattedrale di Norcia; con la serie di pastelli eseguiti per il film I cento passi di Marco Tullio Giordana, raggiunge una certa notorietà. Nel 2003 la città di Cassino gli commissiona il monumento a San Benedetto, e nel 2005 si dedica alla statua di San Giovanni Battista per la basilica di Santa Maria degli Angeli a Roma,; nel 2009 realizza la statua di Sant’Annibale Maria di Francia, collocata nel 2010 in una nicchia esterna della basilica di San Pietro. Partecipa alla 54esima Biennale di Venezia con un’opera tratta dalla serie dei Cavalieri su sarcofaghi. L’anno successivo è coinvolto nel restauro della cattedrale di Noto, e realizza nell’area del presbiterio l’altare, l’ambone e la croce in bronzo argentato con basi in diaspro di Sicilia. Ducrot da alcuni anni sperimenta, in piena autonomia creativa, soluzioni tecniche e formali lavorando la ceramica e la terracotta invetriata, con le quali dà corpo a una ricerca sui violenti contrasti cromatici, sulla dissoluzione della forma, sul rapporto spesso conflittuale fra opera e spazio fisico.