Intervista a Giampiero Bea

Giunge alla XII edizione la manifestazione ViniVeri che si svolgerà a Cerea (VR) dal 20 al 22 marzo. Un salone di degustazione che permette l’assaggio e quindi la diffusione di vini e prodotti alimentari ottenuti da processi naturali. Noi, per entrare nell’essenza dell’evento, ne abbia intervistato una colonna portante: Giampiero Bea. Laconico, diffidente, non incline ai commenti, preferisce la concretezza alle parole. Diretto, talvolta permaloso, sa cosa vuole e quando decide di raggiungere un obiettivo, prende la mira e colpisce. Indomabile come il Sagrantino e il Trebbiano Spoletino. Segue il suo lavoro con dovizia, competenza ed amore. Ricerca comunque il gruppo, per lui l’unione fa la forza!   Chi è Giampiero Bea? Il Presidente del Consorzio Vini Veri che assieme ad altri soci cerca di promuovere l’idea del vino naturale, ovvero la negazione di utilizzo di sostanze chimiche in vigna e di altre addizioni in cantina. Un uomo che crede profondamente in ciò che fa.   Qual è la Sua filosofia di lavoro? Seguire la natura, il corso delle cose, non violentare il paesaggio e cosa lo costituisce e lo modifica. Per ciò che riguarda la produzione del vino, il lavoro inizia nella vigna e concretamente si sviluppa in cantina. Lottiamo per cercare di mantenere un equilibrio intrinseco,di ripristinare, di restaurare l’ambiente originale. L’uomo negli ultimi 150 anni, attraverso l’uso di macchine e sostanze, talvolta molto discutibili, ha demolito il rapporto tra se stesso e la terra. Noi non togliamo,non aggiungiamo e non acceleriamo nulla, obbediamo alla natura, accompagnandola, non esiste un rapporto gerarchico ma di uguaglianza.   Quando un vino si può definire trasparente? Quando si sa tutto ciò che contiene il nettare di Bacco, ovvero quello che beviamo. Quando si conoscono bene le uve ed i metodi di coltivazione, quando è noto e si diffonde in che cosa sia consistito il lavoro di produzione sin dall’origine. I consumatori dovrebbero essere in grado di scegliere cosa bere con consapevolezza, grazie alle etichette. Ancora oggi, invece, una pressante e distorta burocrazia non permette che sulle etichette si scriva cosa effettivamente l’avventore dovrebbe sapere. Permette però l’aggiunta di diversi additivi e magari di tralasciarne l’indicazione, non credo sia corretto.   In quali aspetti l’Italia dovrebbe emulare l’estero e viceversa? I confini, ormai, non esistono. Bisognerebbe stare più attenti all’omologazione che alla globalizzazione. Necessiteremmo di mantenere la diversità che è una ricchezza, ognuno ha una sua di identità.   E’ ViniVeri un antagonista di Vinitaly? No, una proposta. Ci affianchiamo cronologicamente al Vinitaly poiché ne riconosciamo l’importanza e, soprattutto, la capacità di attrazione. Noi non vogliamo insegnare nulla ma ci piace rammentare il nostro affetto nel mantenere l’identità dei luoghi, il rispetto della natura, le differenze antropologiche e non solo.   Perché dunque visitare ViniVeri? Per conoscere gli aspetti più reali e naturali del vino.   Cosa è la vite? Una pianta straordinaria che necessita della mano dell’uomo come il cane della presenza del padrone. Richiede cure, altrimenti rimarrebbe selvatica, attenzioni, altrimenti morirebbe, ma anche rispetto.   Perché il Suo Sagrantino di Montefalco è tra i più apprezzati? Non saprei, forse perché prodotto da viti non clonate ed uve mature. Noi cerchiamo di “trasmetterlo” al mondo nella ricchezza dei suoi tannini e dei suoi zuccheri. Negli ultimi quindici anni questa bevanda ha raggiunto dei picchi straordinari.   In quale aspetto un buon produttore deve essere innovativo ed in cosa restare tradizionale? L’innovazione consiste nel continuo aggiornamento, non si finisce mai di imparare. La tradizione, invece, nel lasciare la vite crescere, non dominarla ma seguirla, utilizzando tutto ciò che la natura ci dona, come buccia e vinaccioli.   Cosa consiglia ai giovani enologi? Di lasciarsi guidare dalla passione   Una citazione sul vino Il vino e’ vivo!