E’ morto Michele Fiore uno dei principali fondatori della Uil in Basilicata

A ricordare l’ex sindacalista di 88 anni è Pinuccio Maggio, dirigente ed ex segretario generale del lo stesso sindacato lucano: “Con la scomparsa di Michele Fiore se ne è andato un pezzo di storia del sindacato lucano, in generale, e della Uil, in particolare.

Per diversi decenni, tra la prima metà degli anni ’60 e la fine degli anni ’80 del secolo scorso, in una delle fasi storiche più difficili, ma al tempo stesso più esaltanti, del movimento operaio e bracciantile di Basilicata, Michele Fiore, nella sua veste di segretario generale, è stato punto di riferimento delle migliori forze riformiste della tradizione socialista, maestro di vita, ma soprattutto uomo di grande onestà e impegno, esempio da emulare per tutti i giovani che, come me, in quegli anni, si avvicinavano al sindacato.

Lavorare con lui è stato un onore. E personalmente gli devo tanto, per ciò che egli mi ha insegnato negli anni in cui gli sono stato accanto nell’ambito della segreteria regionale e provinciale della Uil. Il rapporto con i lavoratori, con la “base”, con i “compagni” che operavano sul territorio, era la sua ragione di vita. Sacrificava tutto, anche gli impegni familiari, pur di non far mancare la sua presenza nelle assemblee e nelle trattative che, in quegli anni, soprattutto insieme con la Cisl e la Cgil, egli portava avanti con il vigore, anche fisico, di una stazza imponente. Sempre proteso verso la mediazione, forte della sua indiscussa autorevolezza, Egli si è sempre prodigato per il bene comune generale e per la classe lavoratrice in particolare.

L’ho rivisto in queste ore sul letto di morte. Fisicamente non era più il Michele Fiore che noi abbiamo conosciuto, ammirato , stimato. Gli anni lo avevano segnato, asciugandone la corporatura e l’aspetto esteriore.

Dentro, però, sono certo, Michele non è mai cambiato. La sobrietà e lo stile, che ne avevano fatto uno dei dirigenti della Uil di Basilicata più parsimoniosi e lungimiranti, come avemmo tutti modo di verificare quando lasciò, con una buona dote finanziaria, la guida del sindacato, sono sempre stati – anche di recente – i suoi tratti identificativi.

Se ne è andato in punta di piedi. In silenzio. Quasi con il timore di creare problemi a chi gli stava accanto, ai familiari, agli amici che gli volevano bene.

La Uil è stata la sua casa. E forse è giusto – lo dico a quanti ne hanno raccolto l’eredità – che un pezzo di quella “casa” gli venga dedicata per sempre”.