Centro studi antimafia a Limbadi, dichiarazione dell’on. Rosy Bindi

“Possiamo essere soddisfatti dello stato di avanzamento dei lavori a Limbadi  per la realizzazione del Centro studi antimafia e della cultura della legalità”. È immediata la risposta che la presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi dà alla notizia che i lavori in atto sul Polo antimafia stanno procedendo con celerità. Nella sua dichiarazione, inoltre si sofferma sulla sofferta storia che ha contrassegnato il progetto voluto dalla coordinatrice di “Gerbera gialla” e presidente dell’associazione “Riferimenti” Adriana Musella, dopo l’assegnazione dei beni confiscati alla cosca dei Mancuso (si tratta di quattro immobili) nel 2008 da parte dell’allora Ministro degli Interni Roberto Maroni. “Il progetto – spiega la Bindi – di fatto  fermo dal 2011, in pochi mesi ha ripreso vita, è ormai in dirittura d’arrivo e saranno rispettati i tempi di consegna”.

Proprio nei giorni scorsi, l’ingegner Domenico Fuoco, componente della commissione straordinaria del Comune di Limbadi insieme ad Anna Aurora Colosimo, sulla base delle valutazioni tecniche sullo stato di avanzamento dei lavori – che in sei mesi ha raggiunto il 50 per cento – aveva espresso la convinzione che l’opera avrebbe rispettato i tempi di consegna, previsti per il 30 aprile. In relazione proprio alle difficoltà incontrate in precedenza e alla luce della situazione attuale, la presidente Bindi ricorda: “Nell’aprile scorso, la Commissione parlamentare Antimafia si recò a Limbadi proprio  per  testimoniare  vicinanza a quanti in quel difficile territorio  sono impegnati a contrastare i poteri mafiosi”. E rileva compiaciuta che “da allora sono stati fatti passi avanti notevoli, grazie alla determinazione  dimostrata dalle istituzioni locali e dai commissari prefettizi.  Il lavoro di questi mesi è un messaggio di speranza sulla forza della legalità per tutta la regione”. In virtù di questa positiva esperienza e sull’importante lavoro compiuto dalla Commissione straordinaria del Comune di Limbadi in pochi mesi, infine la Bindi può affermare che “anche in Calabria è possibile il cambiamento”.