Elio Pecora incontra Edith Bruck in Percorsi d’Autore

Terzo appuntamento del 2015 alla Fuis con “Percorsi d’Autore”, la serie di incontri conversazioni con importanti autori italiani a cura di Elio Pecora. Martedì 10 febbraio alle ore 17 a Roma (piazza Augusto Imperatore, 4) la scrittrice Edith Bruck porterà all’attenzione dei presenti il suo romanzo Quanta stella c’è nel cielo (ed. Garzanti).

Nel 2014 nei cinema è uscito il film Anita B. diretto da Roberto Faenza, adattamento cinematografico del romanzo Quanta stella c’è nel cielo di Edith Bruck.

Edith Bruck nasce in una numerosa e poverissima famiglia ebrea che viveva in un piccolo villaggio ai confini dell’Ucraina. Dopo l’internamento da bambina in diversi campi di concentramento nazisti (Auschwitz, Dachau e Bergen-Belsen), come racconta nelle sue memorie, persi i genitori a 12 anni, si sposa tre volte prima dei 20 anni. Vive viaggiando in diversi Paesi europei, dove fa la ballerina, l’assistente di sartoria, la modella, la cuoca e la direttrice di un salone di bellezza. Si stabilisce per alcuni anni in Israele e poi dal 1954 in Italia dove conosce Montale, Ungaretti, Luzi e stringe amicizia con Primo Levi, che la sollecita a ricordare la Shoah. A Roma inizia un lungo sodalizio sentimentale e artistico con il poeta e regista Nelo Risi (che, tra l’altro, ha tratto il film Andremo in città nel 1966, con Geraldine Chaplin e Nino Castelnuovo, dal romanzo omonimo di lei) e inizia a scrivere adottando la lingua italiana. Collabora con alcuni giornali, fra cui Il Tempo, il Corriere della Sera e Il Messaggero, intervenendo in diverse occasioni intorno ai temi dell’identità ebraica e della politica di Israele. Si cimenta nella regia, girando il film Improvviso, nel 1979 (storia dell’educazione di un adolescente all’interno di una famiglia cattolica), e più tardi il film per la televisione Un altare per la madre (1986), tratto dall’omonimo romanzo (del 1978) di Ferdinando Camon. Collabora alla sceneggiatura del film Fotografando Patrizia (1984) di Salvatore Samperi e gira qualche documentario di viaggio. Ha tradotto Gyula Illyés, Ruth Feldman, Attila József e Miklós Radnóti, e presentato Reṇukā. Vive a Roma. Nella sua narrativa, spesso autobiografica, la passione, il dissidio e la perdita diventano causa di improvvise trasformazioni della persona. E’ autrice di poesia e di romanzi come Le sacre nozze (1969), Lettera alla madre (1988), Nuda proprietà (1993), Lettera da Francoforte (2004). Per Quanta stella c’è nel cielo ha ricevuto il Premio Viareggio. L’incontro può essere seguito in diretta streaming sul sito www.fuis.it.

Il prossimo appuntamento avrà luogo martedì 24 febbraio 2015 con Sandra Petrignani e il libro Marguerite (biografia in forma di romanzo su Marguerite Duras, ed. Neri Pozza). La rassegna “Percorsi d’autore”, con cadenza ogni due martedì, si svolge presso la sede della Fuis, in piazza Augusto Imperatore, 4 a Roma (in prossimità dell’Ara Pacis) alle ore 17.00. Ingresso libero. da “Quanta stella c’è nel cielo”, ed. Garzanti “Oh capire l’amore, capire gli uomini, l’uomo nel bene e nel male, mi parve un’impresa impossibile e non solo per la mia verde età, anzi, mi sentivo già vecchia come la mia mamma che aveva il triplo dei miei anni, e non di rado diceva in una sorta di soliloquio di non capire i parenti, I vicini, e nemmeno mio padre! Perché nella testa e nel cuore degli esseri coabitano la verità e la menzogna, l’amore e l’odio, la fedeltà e il tradimento, il peccato e il pentimento, a parole. L’uomo crescendo diventa cattivo e facilmente manovrabile per compiacere chi ha in mano il potere? Solo I bambini e I vecchi sono liberi, sospirava, I primi hanno davanti un orizzonte infinito di illusioni, di possibilità, I secondi fanno segno con la testa o con gli occhi di aver vissuto la vita come una condanna già scontata…”.