I saldi invernali 2015 sono stati un flop

L’indicatore Confcommercio registra una diminuzione dei volumi dei beni e servizi acquistati dalle famiglie dello 0,7%, in netta attenuazione rispetto al crollo rilevato nel biennio precedente (-6,7% cumulato). Confcommercio stima una spesa media di 340 euro a famiglia per i saldi.

“La stabilizzazione dei consumi rilevata negli ultimi mesi”, spiega Confcommercio in una nota, “si inserisce in un contesto generale che, pur caratterizzato da una perdurante stagnazione, lascia intravedere timidi segnali di miglioramento il cui consolidamento nei prossimi mesi potrebbe dare l’avvio alla tanto attesa ripresa del sistema”. La riduzione registrata dall’indicatore a dicembre rispetto a novembre e’ il risultato di un aumento dello 0,1% della domanda per la componente relativa ai servizi e di un calo dello 0,2% della componente relativa ai beni. Sul fronte delle singole macro-funzioni di spesa, i dati destagionalizzati hanno registrato un modesto aumento rispetto a novembre per i beni e ai servizi per la mobilita’ (+0,5%), grazie a un incremento della vendita di motocicli, per gli alberghi, pasti e consumazioni fuori casa (+0,2%), per i beni e servizi ricreativi (+0,1%); poco rilevante l’aumento per abbigliamento e calzature (+0,1%) nonostante il periodo delle feste natalizie e di fine anno. In leggero calo e’ risultata la spesa per i beni e servizi per le comunicazioni (-0,5%), per gli alimentari e tabacchi (-0,5%), per i consumi relativi ai beni e servizi per la casa (-0,3%) e la spesa per i beni e servizi per la cura della persona (-0,3%). La diminuzione tendenziale dell’indicatore di dicembre (-0,8%), piu’ accentuata rispetto a quella rilevata il mese precedente, riflette un calo significativo (-1,3%) della domanda relativa ai servizi e un ridimensionamento della spesa per i beni (-0,6%). Si spende di meno per i saldi anche a causa delle rigide condizioni atmosferiche: le gia’ scarse risorse economiche delle famiglie, quest’inverno, sono destinate a far fronte al freddo eccezionale registrato in molte aree, con maggiori esborsi per il riscaldamento.

“Nei primi giorni di saldi l’ottimismo sale: da una parte – spiega Angelo Miele di Federmoda-Confcommercio Potenza – l’entusiasmo dei consumatori, che finalmente possono permettersi di acquistare qualcosa a prezzi accessibili, dall’altra la fiducia dei commercianti, che dopo mesi di magra vedono affollare i negozi di clienti. Ma dopo un mese dobbiamo ammettere che nel complesso il miglioramento di vendite rispetto al 2014 è stato tutto sommato lieve, prima di tutto perché a quell’incremento vanno sottratte le grosse perdite avute quest’anno a causa del mancato inverno. In pratica le famiglie hanno potuto saltare a piè pari gli acquisti dell’inizio stagione per approfittare degli sconti. In secondo luogo, perché dopo pochi giorni l’affluenza diminuisce sensibilmente. La situazione di grave flessione di vendita è difficilmente recuperabile. Purtroppo per molte imprese che durante i saldi riescono a trarre un sospiro di sollievo, ce ne sono altrettante costrette comunque a chiudere i battenti. Il settore ha confermato anche quest’anno le grandi difficoltà congiunturali”. “A parte alcune nicchie di mercato – riprende il dirigente di Confcommercio – la fiducia dei nostri negozianti si concentra su pochi giorni dell’anno. Nel 2014 nel commercio – ma direi in tutto il terziario di mercato – il rapporto tra imprese aperte e chiuse è stato peggiore che nel 2013”.