Confartigianato-Cna su nuove norme Iva

“Duro monito di Confartigianato e Cna Potenza che aderiscono a Rete Imprese Italia della provincia di Potenza contro le nuove norme sull’Iva introdotte dalla legge di Stabilità. Le due associazioni degli artigiani – si legge in una nota congiunta – hanno inviato quesiti all’Agenzia dell’Entrate per avere l’interpretazione indispensabile su alcuni aspetti applicativi. Per Antonio Miele e Antonio Aloisio, rispettivamente presidenti di Confartigianato e Cna, “un obbiettivo nobile come la lotta all’evasione fiscale rischia di mettere in ginocchio le imprese, soprattutto quelle più piccole, a causa di alcune norme riguardanti l’Iva, contenute nella legge di Stabilità 2015. Le regole contestate riguardano il cosiddetto “reverse charge”, il quale prevede che l’Iva venga pagata da chi riceve la fattura e non da chi la emette. La Stabilità introduce anche lo “split payment”, il quale prevede che se la fattura è emessa nei confronti di enti pubblici, l’Iva viene pagata dall’ente pubblico stesso. Due norme introdotte dal Governo con il lodevole fine di contrastare evasione ed elusione fiscale di una delle tasse più odiate dagli italiani come l’Iva, ma che presentano per le imprese e per i consorzi un conto difficilmente sostenibile. Si rischia di far precipitare la situazione finanziaria, già precaria, di coloro che operano nel settore dell’impiantistica, dell’edilizia, dei servizi di pulizia, nonché della grande distribuzione alimentare e di quelle aziende che lavorano stabilmente con gli enti pubblici. Tra gli argomenti di carattere fiscale che impattano sulle imprese, Confartigianato e Cna sottolineano all’Agenzia l’importanza di affrontare i problemi che lo “split payment” solleva nei confronti delle piccole imprese. In altri termini, lo Stato deve dare dei soldi che poi il contribuente gli deve restituire; con la norma dello “split payment”, lo Stato evita il giro di denaro e sposta, solo contabilmente, l’imposta da un’amministrazione ad un’altra. «Il “gioco” dell’Iva è pericoloso – continuano i presidenti di Confartigianato e Cna – perché le imprese che lavorano esclusivamente con la Pubblica amministrazione non incasseranno alcuna Iva, ma continueranno a pagarla ai loro fornitori». Pertanto, prima forte richiesta al Governo di ritornare sui suoi passi su entrambi gli istituti che, la Confartigianato e la CNA insieme alle altre confederazioni aderenti a RETE imprese Italia stanno ponendo con forza: stiamo cercando di dare maggiore certezza alle nostre sedi che curano i servizi per le imprese, chiedendo all’Agenzia delle entrate di condividere delle linee interpretative sui molti quesiti che ci sono pervenuti dalle sedi territoriali. Considerato questo clima di obiettiva incertezza sull’ambito di applicazione dei due istituti, la prima richiesta posta all’Agenzia delle entrate è il riconoscimento della non punibilità per eventuali violazioni commesse in questa prima fase di applicazione dei due istituti”.