Anzi, incontro del Garante per l’Infanzia con i giovani

“Ragazzi da educare, famiglie da far vivere nello spirito di una formazione religiosa fondata sulla carità e sull’amore. Questa la grande lezione che viene da Don Bosco, a duecento anni dalla sua nascita”. Sono le parole del Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Basilicata, pronunciate ad Anzi, nella Chiesa Parrocchiale.

Giuliano, ha celebrato la ricorrenza nel giorno dedicato al Santo piemontese che “svolse una grande opera per dare non solo ai giovani, quanto alle famiglie una possibilità di pieno inserimento nei meccanismi della società del nostro tempo ed esercitare al meglio il loro ruolo”.

“Se l’educazione è il modo concreto per indicare alle giovani generazioni i traguardi della vita – ha detto Giuliano – ciò deve significare oggi uno sforzo per colmare i rischi derivanti dall’incuria, dall’abbandono e soprattutto dal diffondersi del flagello della droga e dall’uso di altre sostanze. Su questo terreno – ha proseguito – il Garante intende muoversi per dare senso alla sua opera quotidiana, a contatto con i giovani ma soprattutto con i tanti problemi di cui sono portatori, davanti ai quali spesso la società si arrende, appare incapace se non proprio inadeguata”.

“I duecento anni dalla nascita di Don Bosco rappresentano, tra l’altro, un impegno per dare valore alla famiglia e porre in primo piano la sua insostituibile capacità educativa. Come Don Bosco andava per le strade di Torino in cerca dei giovani ai quali affidare una parola di conforto, un consiglio, una speranza così ciascuno deve prodigarsi – ha concluso il Garante – per aprire un nuovo dialogo con i più deboli in un mondo che fa leva sul denaro e sul profitto e indica la ricchezza come l’unico obiettivo di perseguire con tenacia”.