Pisa ha finalmente il nuovo impianto di cremazione

Forno CremazioneIl nuovo forno crematorio del Cimitero Suburbano sta per entrare in funzione. Il vecchio forno è stato sostituito con uno nuovo, adeguato al numero crescente di richieste di cremazione e all’esigenza di rispettare i limiti previsti per i fumi. Il nuovo forno è stato installato, la Ditta installatrice ha fatto varie prove del funzionamento del forno, anche con cadavere e i risultati sono positivi. Nel frattempo il personale addetto al cimitero è stato istruito all’ utilizzo corretto l’impianto. Cosa manca per l’entrata in funzione a regime? Che la ditta che ha eseguito le prove ne comunichi ufficialmente il risultato. Che venga chiuso ufficialmente il collaudo. E la comunicazione ai Vigili del Fuoco. Si ipotizza un tempo di 10 giorni. Subito dopo, con il forno funzionante, si darà il via ai lavori per la realizzazione della sala del commiato e del giardino della rimembranza, dove si potranno disperdere le ceneri. Il vecchio forno, chiuso perché inquinava troppo, era stato costruito alla fine degli anni ’70, ma le prime cremazioni a Pisa risalgono all’’800. La Storia – La cremazione è un rito di antichissima tradizione: in Asia questa consuetudine si è mantenuta pressoché inalterata da millenni (si pensi all’India, ad esempio). Anche in Europa, presso i Greci e i Romani, esisteva l’usanza di cremare le persone: l’importanza del rito faceva sì che fosse riservata alle persone più nobili e famose. L’ascesa del cristianesimo, e poi dell’islamismo, ne fecero decadere la pratica a favore della sepoltura. Solo negli ultimi secoli si è tornati a parlare di cremazione nel mondo occidentale. La prima cremazione dell’era moderna risale al 1822, quando il corpo del poeta Shelley fu bruciato sulla spiaggia di Viareggio. Fu il primo atto di una lunga battaglia che, con la nascita delle prime società per la cremazione, portò a un progressivo incremento del numero dei suoi sostenitori. Il primo impianto in Italia fu costruito a Milano per richiesta dell’industriale-banchiere milanese Alberto Keller e fu inaugurato in occasione della sua cremazione il 22 febbraio 1876. A Pisa il primo forno crematorio venne inaugurato il 18 novembre 1885. Era il terzo in Italia dopo quello privato di Milano e quello di Firenze, che ci aveva battuto sul tempo nonostante a Pisa fossero iniziate da tempo le pratiche burocratiche. «Mercoledì decorso 18 andante ebbe luogo nel tempio crematorio la cremazione di prova. Vi assistevano oltre il Comitato Direttivo della Società di cremazione e l’ing. Venini, costruttore del forno, anche il cav. Peverada sindaco e il cav. Feroci pel consiglio provinciale di sanità. La cremazione medesima, che incominciò alla 12 meridiane ed ebbe termine completamente alle ore 3 pomeridiane con l’estrazione delle ceneri della salma, riuscì perfettamente senza fumo né cattive esalazioni » ( Relazione svolta in Consiglio Comunale (cfr. Atti C.C. 1897, s. 28/9, pp. 503-5) Il forno di Pisa venne costruito su un appezzamento di terreno nella distinta sezione per i non credenti nel cimitero suburbano. Il Comune costruì solo il Tempio e la spesa complessiva di oltre lire 5.500 per l’acquisto della strumentazione per l’incenerimento fu interamente pagata dalla Società Pisana per la cremazione che si fece anche carico dei costi di gestione del Tempio. Frattanto a Roma era in discussione alla Camera il codice sanitario che fu poi votato nel 1888 e che all’articolo 59 disponeva l’obbligo per i Comuni di concedere l’area necessaria per la costruzione dei crematoi. Nonostante le difficoltà economiche in cui visse la Società a Pisa le cremazioni si facevano con regolarità e il 13 gennaio 1898 il Comune assumere su di sé la gestione dell’impianto e divenne unico possessore del tempio crematorio. In quegli anni la Chiesa cattolica, vedendo nella pratica dell’incinerazione dei cadaveri una matrice socialista e massonica, si oppose al punto che la Congregazione del Santo Offizio, ancora nel 1886, negava la messa da requiem a chi avesse ordinato la cremazione della propria salma. Nel 1964 a seguito delle decisioni assunte dal Concilio Vaticano II, il Pontefice Paolo VI dichiarò la libertà della pratica cremazionista perché «… non tocca l’anima, non impedisce all’onnipotenza divina di ricostruire il corpo», cade il divieto canonico alla cremazione.