Si è spento a Tropea il Partigiano di Zaccanopoli Domenico Mazzitelli

Sabato pomeriggio, a Tropea, si è spento Domenico Mazzitelli, il “Partigiano di Zaccanopoli”. Aveva 94 anni. Non c’è l’ha fatta a rivivere un’altra Giornata della memoria, così come aveva fatto nel 2013 alla biblioteca comunale di Vibo, in una manifestazione memorabile organizzata dall’Anpi provinciale con un’ospite d’eccezione, il deportato-partigiano Adelmo Franceschini di Bologna. Nell’occasione era presente anche Carmine Fusca, partigiano che vive a san Nicola de Legistis, (frazione di Limbadi).

2012_Domenico_Mazzitelli_giovane_partigiano 2012_Domenico_Mazzitelli_partigiano 2012_Domenico_Mazzitelli_tessera_da_partigiano La sua vicenda ora appartiene alla storia, ma la sua esperienza deve appartenere alla memoria di questa terra e di quell’Italia – tradita amaramente – che ha lottato per l’affermazione dei principi che sono sanciti nella Costituzione, grazie al sacrificio di uomini e donne che si sono battuti e sacrificati per la libertà e contro il male assoluto dei lager nazisti e l’oppressione di qualsiasi regime totalitario. Domenico Mazzitelli si portava dentro questi valori e questo spirito. Lo ricorda il figlio Saverio, che gli ha vissuto sempre accanto. Il padre rammemorava la manifestazione organizzata per il giorno della memoria, in cui ha partecipato con grande emozione e commozione. Un periodo in cui la vita e la morte erano intrecciate e si guardavano in ogni istante in faccia, ma in cui Domenico ha mostrato un grande coraggio e valore, come testimonia un attestato nel 1946, firmato dal Comandante supremo  Harold Rupert Leofric George Alexander (Londra, 10 dicembre 1891 – Slough, 16 giugno 1969, generale e politico britannico, ministro della Difesa e governatore del Canada e  uno dei grandi protagonisti della seconda guerra mondiale come capo del corpo di spedizione alleato che sbarcò in Sicilia) e dallo stesso comandante partigiano Moscatelli, in cui emerge l’eroismo di cui è stato protagonista il giovane Domenico:“Nel nome dei governi e dei popoli delle Nazioni Unite, ringraziamo Mazzitelli Domenico di aver combattuto il nemico sui campi di battaglia militando nei ranghi dei patrioti, tra quegli uomini che hanno portato le armi per il trionfo della libertà, svolgendo operazioni offensive, compiendo atti di sabotaggio, fornendo informazioni militari. Con il loro coraggio e la loro dedizione i patrioti italiani hanno contribuito validamente alla liberazione dell’Italia e alla grande causa di tutti gli uomini liberi. Nell’Italia rinata i possessori di questo attestato saranno acclamati come patrioti che hanno combattuto per l’onore e la libertà”. Il nome di battaglia era “Rosina”, e ha combattuto in Valsesia in provincia di Novara. Il marito della figlia Maria, Pasquale Rombolà, ricorda che alla fine degli anni ’80, il suocero ha voluto ripercorrere i momenti che ha vissuto in quei luoghi e con loro c’era anche del figlio Annunziato. Lui ricordava tutti i minimi particolari, come se il tempo si fosse fermato all’aprile del 1945. Si sono recati nel casolare del contadino dove si nascondeva e precisamente, in un fienile, che era ormai diroccato. Alla porta c’era ancora appesa la stessa chiave che c’era allora. L’altro episodio emblematico è legato a questa stessa vicenda. Si fermano vicino ad un negozio di generi alimentari ed entrano in un cortile. Allora comincia ad alta voce a chiamare “Giuseppina… Giuseppina!”. Dopo un po’ una signora anziana esce e lo guarda stupita e lo riconosce immediatamente. E’ stata una festa. Era la donna che lo aveva aiutato a nascondersi nel fienile ma non sapeva che lui fosse partigiano. Domenico le spiega che non lo potevano rivelare perché avrebbero messo in pericolo la loro vita. Ma l’episodio più toccante è avvenuto all’uscita di un cimitero, mentre si trovano in macchina. Una donna lo scorge e lo chiama. Tornano indietro e scopre che era la compagna di allora. Con dolore lei gli rivela che aveva perso una figlia. La lotta unisce, scolpisce i ricordi e io sentimenti anche a distanza di tanti anni. Episodi, scene, eventi, emozioni, ricordi che sicuramente Domenico Mazzitelli avrà rivissuto in tanti momenti della sua vita e che lo hanno segnato profondamente. Non poteva non essere così, quando la vita si vive con autentica passione e si lotta a costo del sacrificio estremo, per la libertà propria e quella altrui. Con questo spirito e con questa eredità il “Partigiano di Zaccanopoli” lascia una casa carica di storia e di memorie nel cuore storico dell’ameno borgo; una dimora che ha conservato nel tempo lo spirito dell’uomo con le sue passioni e sentimenti, lontano dai riflettori dei media e dai tanti umori e tumori che una società svuotata e desertificata, produce con grande clamore come i nuovi valori assoluti; ma senza amore, senza contenuto, soltanto per apparire e poi sparire nell’indifferenza, nelle tante pagine grigie di cui l’attuale mondo è sommerso, come immondizia. Il controcanto è stata la vita di Domenico Mazzitelli, un uomo, un personaggio, accompagnato dalla luce naturale della sua memoria che custodiva dentro e che ha coltivato nell’umiltà della sua condizione sociale, nella semplicità della sua vocazione. Una storia, la sua, che inizia l’8 aprile del 1920 a Zaccanopoli e si conclude a Tropea il 17 gennaio del 2015. In mezzo c’è la sua scelta di diventare partigiano, dopo l’armistizio del settembre ’43, ma c’è anche la storia tragica di una nazione e del sacrificio dei suoi figli. La storia partigiana di Domenico Mazzitelli comincia nel comando che operava nella Valsesia della Prima Divisione Pajetta, poi dal 30 giugno 1944, è stato aggregato al “Battaglione sabotatori”. Partecipa a circa cinquanta operazioni di sabotaggio. Il cosiddetto gruppo del genio guastatori scelti di cui era parte, ha segnato pagine memorabili nella lotta della Resistenza. Infine il 25 aprile partecipa al corteo per la Liberazione a Milano e poi decide di rientrare a Zaccanopoli e vive con semplicità la sua storia di uomo, di marito e di padre, circondato dalla bellezza dei luoghi e del paesaggio tra le alture del Poro e lo splendido scenario che discende verso il mare dei miti. Ha vissuto insieme alla moglie Rosina che ha dato al mondo cinque figli, Vincenza, Annunziato, Maria, Saverio e Rosina. I funerali oggi pomeriggio a Zaccanopoli. Lo stendardo della Resistenza dell’Anpi di Vibo verrà portato dal presidente Silvestro Scalamandrè, per onorare la storia del partigiano Domenico Mazzitelli.