San Calogero, l’eco della scomparsa di Mimmo Pantano è sempre vivo

Mimmo Pantano

La scomparsa di Mimmo Pantano (leggi qui tutti gli articoli) (54 anni da poco compiuti) ha lasciato un’impronta profonda nella comunità. Nel giorno delle esequie una moltitudine di persone, provenienti da tutto il territorio provinciale, ha sentito il bisogno di partecipare al cordoglio dei familiari, segnata da commozione, per testimoniare l’affetto e il dolore per un uomo che è stato l’esempio della generosità, dell’altruismo, della passione, dell’impegno e della responsabilità etica e civile. Ha lottato come un titano, ma di fronte ad un male terribile, ha dovuto desistere, e con dignità e umiltà, si è piegato 10 giorni fa a Torino, all’ospedale “Le Molinette”, nell’estremo viaggio della “disperazione”, non più della speranza. Ma il suo spirito indomito, tutto ciò che ha saputo seminare e far germogliare nelle coscienze dei tanti che lo hanno conosciuto, rimarrà scolpito e non sarà mai vinto, da nessun male incurabile. Ed è con questo stato d’animo che quella moltitudine ha partecipato commossa, attestando la loro vicinanza alla famiglia, alla moglie Fortunata Barone, ai due figli Ilenia e Francesco, alla madre Caterina e a tutti i parenti e amici.

All’età di 16 anni era già iscritto nelle liste della Federazione giovanile dei comunisti (Fgc)  e ha seguito attivamente l’evoluzione e le vicissitudini che hanno attraversato l’Italia dagli anni ’70 e il partito, senza rinnegare i propri ideali e le proprie origini, perseguendoli con responsabilità ma mai con passiva accondiscendenza, riservando sempre una sua autonomia intellettuale e politica e interpretando fino in fondo i veri valori che dovrebbero caratterizzare, non solo chi veste un ruolo nelle istituzioni, ma anche nelle relazioni umane, sociali. Mimmo Pantano è stato fino in fondo un uomo che ha messo insieme azione e pensiero, famiglia e comunità, con indefesso impegno, e non ha mai concepito la sua attività sociale e politica per interessi particolari, personali o clientelari, ma sempre al servizio del bene sociale e della crescita culturale. A San Calogero è riuscito a portare avanti queste lotte in anni difficili, e a dissodare una realtà sociale poco incline ai valori della sinistra, sia come amministratore comunale, sia da segretario e dirigente provinciale del PD, sia come semplice cittadino, sempre pronto a battersi per i bisogni collettivi, a organizzare campagne di informazione e di coscienza, dibattiti e incontri, soprattutto per la salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio e cercare di dare risposte alle problematiche della comunità, a cui è stato sempre legato, nonostante abbia viaggiato in Italia e in Europa, facendo trasparire una vocazione cosmopolita. Ma la Calabria, le sue bellezze naturali e i beni culturali, assieme alle istanze spirituali e ai valori cristiani, hanno rappresentato la sua passione e la sua missione, che manifestava con innato sentimento e spontaneo orgoglio, in ogni occasione.  Aveva una grande capacità di raccontare, di rievocare esperienze, fatti e personaggi  con una vivacità e un colore che riuscivano a incantare l’uditorio, svelando i lati più curiosi e spesso caricaturali. Era un cantore della memoria collettiva e sapeva trasformare in teatralità, come un vero attore, gli episodi apparentemente comuni di cui erano protagonisti i suoi amici e le persone che incontrava. Sono rimasti infatti proverbiali i racconti legati ai suoi viaggi in Italia e in Europa con i suoi compagni di avventura. In lui dominava un sentimento sincero, scevro da ogni altro interesse se non l’amore per l’essere umano, per il suo essere uomo e personaggio. Chi lo incontrava, anche per poco tempo, non poteva non restare colpito dalla sua innata simpatia, dalla sua speciale vocazione a comunicare e a trasmettere l’amore per la propria terra ma anche al desiderio di conoscere gli altri e le loro storie.

  Con la sua sensibilità umana e culturale, Mimmo Pantano ha saputo incarnare e testimoniare le istanze più profonde di una terra che ha subito tanti oltraggi e tante ferite, tradita e violentata nell’anima e nel corpo. La sua storia, il calvario della malattia durato 4 anni, fanno di lui un uomo-simbolo nella lotta per costruire il bene e cogliere la bellezza nelle persone e nei luoghi, sfidando anche la battaglia più impari che un essere umano ha di fronte: la lotta estrema contro il male che aggredisce e divora il corpo. Mimmo Pantano l’ha affrontata con titanico spirito leopardiano, testimoniando l’umiltà e la tensione utopica e spirituale di chi ha vissuto non per sé, ma per gli altri, per un bene supremo, quello della fratellanza come lo testimonia Leopardi nel suo ultimo canto, “La ginestra”.

Mimmo era un uomo colto. La sua cultura era esperienza umana, era amore verso gli altri, era generosità nel prestarsi a risolvere i problemi della società. Il suo libro più importante era la vita, era il mondo che lo circondava con le sue con le sue ricchezze e miserie umane. Mimmo era un libro vivente, con il desiderio di conoscere e di donare la sua simpatia e la sua umanità. Aveva una grande propensione alla convivialità e vivere l’anima popolare; era un compagno che ogni uomo si augura di incontrare. Non potevi non innamorarti di Mimmo e non diventare suo amico. Mimmo era ed è un vero amico perché viveva l’amicizia come un bene sacro: generoso, disponibile, si faceva carico dei problemi altrui. Negli altri egli vedeva la sua storia, la sua identità, il suo destino.

Mimmo Pantano si è spento in un giorno importante, la ricorrenza internazionale per i diritti umani, in cui si consegna il premio Nobel per la Pace. Anche Mimmo ha avuto come premio la Pace dopo tanto strazio, dopo una sofferenza che difficilmente possiamo immaginare e che solo chi è stato vicino e ha condiviso e patito giorno dopo giorno, attimo dopo attimo, il suo calvario, ha sentito.

A stringersi al dolore della famiglia e a tributare affetto, stima e riconoscenza per l’impegno politico ma soprattutto umano di Mimmo Pantano, anche l’on. Bruno Censore e il neoeletto consigliere regionale Michelangelo Mirabello. Quest’ultimo, anche a nome del PD provinciale (come segretario), durante le esequie, ha sottolineato l’eredità politica, morale e umana che Mimmo Pantano consegna alla comunità e a chi opera nelle istituzioni.