Centro patronati, Regione Umbria condivide necessità revisione norma riduzione fondo

“La Regione Umbria condivide le preoccupazioni espresse da più parti circa il rischio che il ‘sistema dei patronati’ possa essere gravemente pregiudicato se non sarà modificata la norma inserita nella legge di stabilità che riduce enormemente il relativo ‘fondo’, peraltro alimentato dai versamenti dei lavoratori”. E’ quanto ha affermato la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, che – assieme all’assessore regionale al bilancio, Vincenzo Riommi – ha incontrato questa mattina una delegazione del “Centro patronati” di ACLI-INAS-INCA-ITAL dell’Umbria, composta da Mario Bravi, segretario regionale della CGIL, Amedeo Zupi (CGIL), Massimo Ceccarelli (Presidente Patronato ACLI Umbria) e Marcello Barni (Coordinatore regionale INAS Umbria). L’incontro era stato chiesto alla presidente Marini dai rappresentanti del “Centro Patronati” al fine di rappresentare anche alla Giunta regionale la necessità di una modifica della norme, “per evitare di mettere a rischio innanzitutto il diritto di cittadinanza di milioni di italiani che grazie all’attività dei patronati possono godere di assistenza gratuita per far valere i propri diritti in ambito previdenziale, socio-assistenziale, pensionistico ed infortunistico”. Alla presidente Marini inoltre, la delegazione ha rappresentato anche la forte preoccupazione per le gravi conseguenze che una così drastica riduzione delle risorse determinerebbe per l’occupazione in Umbria, dove sono oltre 200 i lavoratori del sistema dei patronati, che svolgono decine di migliaia di pratiche relative all’assistenza ed alla previdenza dei cittadini umbri. “Come Regione Umbria, per quanto ci riguarda, non solo condividiamo le vostre preoccupazioni – ha affermato la presidente Marini – ma metteremo in atto tutte le iniziative istituzionali e politiche che possano contribuire a far modificare la norma in sede di approvazione della legge di stabilità da parte del Parlamento e, a tal fine, investiremo la Presidenza della Conferenza delle Regioni”.