Se noi potessimo

Ci sono giorni da ricordare e altri che si vorrebbero già dimenticati , ed invece sono lì nelle anteprime di una memoria instancabile nel riproporle in seno di una quotidianità sfiancante e disarmonica.

Lo è così per i ricordi suddivisi sapientemente in belli e brutti, sempre galleggianti su quella superficie di quel mare dentro che silente si sposta su diverse sponde delle età smarrite, e lì depositati su spiagge ove si ritorna e si riparte.

Quel che più umilia e uccide è la monotonia della ripetizione del singolo avvenirsi del ricordo ogni giorno, ogni notte, finendo per ricordare ugualmente certe bruttezze d’animo.

Se solo noi potessimo in qualche misura modificarne gli aspetti e le distanze da essi creati, se solo potessimo allontanarci anche se per brevità quante albe, e quanti tramonti non sarebbero andati perduti.

Ma in queste latitudini di improvvise tempeste e mareggiate che travolgono e annegano chiunque e cose, non è un bel vivere, neanche un bel sognare; per fortuna a salvarci saranno quei ritorni di ricordi che fanno abbozzare un sorriso e la speranza di una felicità intima e segreta.

Noi, questa cercavamo quando all’inizio ci siamo messi in viaggio affascinati forse da questa chimera attraversammo tempi, e navigato a lungo; noi una lunga schiera sempre avanti, sempre in movimento, sempre destinati “sognatori “ ancora adesso dopo millenni costretti a continua migrazione senza ritorno, senza tregua.

La vita sta in un sogno e il sogno dona nuova vita, è energia che muove, solleva e affonda nuove radici, ma mai definisce, mai è deriva in un mare piatto.

Se solo noi potessimo definire nuove rotte per avvicinarci a quella terra di confine tra gli spazi indefiniti tra parole e pensiero che continuamente usiamo per incontrare e tramandare, lasciando in ovunque impronte di se.

Parole e scritture per un soffio vitale in continua evoluzione, per tracciare nuove rotte che ci allontanino dalla solitudine, dall’indifferenza, dall’ingratitudine, dall’abbietto; consci che quel che è stato dimenticato in realtà è dentro le parole e nei sogni per cui ancora val la pena di annaspare in queste ombre.

Consci che la salvezza della razza dei sognatori non sta nella corsa, ma nella misura di un passo ove ci si aggrega, ci si affascina e si conquistano millimetro dopo millimetro spazi di ingenua vita nei vortici di nuovi “altrove” invisibili in cui tutto avviene tutto è stato già scritto.

                                                                                                  MACCHINA DA SCFRIVERE