Guanzate, Ernesto Albanese seviziato con il coltello poi seppellito in un bosco

Una morte orribile per un debito di droga. La vittima aveva 31 anni. Il suo corpo è stato trovato all’inizio di ottobre sepolto nel giardino di una villetta a Guanzate nel Comasco.

Finiti in carcere con l’accusa di sequestro di persona, omicidio e occultamento di cadavere, Filippo Internicola, 42 anni nato a Tradate, suo fratello Andrea Internicola, nato a Lurago Marinone, 46 anni, Rodolfo Locatelli Rodolfo, 39 anni di Cantù, Luciano Nocera, 46 anni di Giffone, Francesco Virgato, 44 anni di Mariano Comense e Silvano Melillo, 55 anni di Oleggio.

Le indagini sono partite dopo che a giugno una donna che abitava nella stessa corte di Albanese, a Bulgorello, ha denunciato che tre uomini le erano entrati in casa e avevano sparato tre colpi. Un informatore ha rivelato alla Polizia che il bersaglio non era lei ma il trentunenne e alcuni giorni dopo ha aggiunto che Albanese era stato ucciso, facendo i nomi di cinque degli arrestati. Gli investigatori hanno raccolto una serie di elementi e hanno effettuato una ricostruzione di quanto accaduto.

La sera dell’8 giugno Locatelli, incaricato dagli altri, è andato a Bulgarello e poco prima di mezzanotte ha fermato Albanese in un parcheggio, lo ha colpito con un bastone, gli ha dato due pugni e lo ha costretto a salire in macchina. Poi, dopo una deviazione in un’area industriale, lo ha portato in un bosco dove lo hanno ucciso e nascosto. Il giorno dopo il gruppo ha preparato con un escavatore una profonda buca nel giardino di una casa riconducibile a Filippo Internicola, accusato di concorso morale nell’omicidio, hanno fatto una grigliata e dopo cena hanno spostato il cadavere dal bosco e lo hanno seppellito lì. Il 30 settembre, Locatelli, considerato l’anello debole del gruppo ha confessato permettendo di ritrovare il corpo di Albanese.